L'Anp boccia Netanyahu: "Ostacola la pace, andremo all'Onu"

RAMALLAH (TERRITORI PALESTINESI) – L'Anp boccia il discorso del premier israeliano Benyamin Netanyahu davanti al Congresso di Washington nel quale ha ribadito che Israele non tornera' alle linee antecedenti la guerra del 1967, perche' ''indifendibili''. ''Le sue posizioni non porteranno ad alcuna pace, anzi frappongono nuovi ostacoli al processo di pace'', ha osservato Nabil Abu Rudeina, il portavoce del presidente Abu Mazen. ''Quel discorso – ha rincarato il negoziatore Saeb Erekat – era infarcito di bugie e di falsificazioni storiche e geografiche''. Domani, ha aggiunto i vertici dell'Anp saranno convocati per valutare le ripercussioni degli ultimi discorsi del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e di Netanyahu. Quindi i palestinesi si consulteranno con la Lega araba. ''Ho fiducia che prenderemo decisioni forti e chiare'', ha aggiunto Erekat. In particolare i palestinesi sembrano oggi piu' che mai determinati a rivolgersi, il prossimo settembre, alle Nazioni Unite per esigere la proclamazione di uno Stato palestinese. In giornata i mass media israeliani avevano lasciato intendere che Netanyahu avesse un 'asso nella manica' da giocare sul tavolo dei palestinesi. Adesso a Ramallah la delusione e' palpabile. ''Gerusalemme est – ha ribadito Abu Rudeina, in polemica con Netanyahu – dovra' essere la capitale della Palestina''. E in risposta alle 'provocazioni' del premier israeliano sulla prospettiva di colonie nei territori palestinesi anche dopo eventuali accordi di pace, il funzionario ha aggiunto che i palestinesi non potranno mai accettare una futura presenza israeliana nel loro Stato, in particolare non sul fiume Giordano. Irritazione per il discorso di Netanyahu e' stata espressa anche dalla parlamentare della Knesset Ahmed Tibi, secondo cui non e' affatto vero quanto affermato a Washington dal premier che gli arabi cittadini di Israele beneficiano di pieni diritti, godendo di condizioni molto migliori del resto degli arabi della regione. ''Non c'e' alcun settore in cui arabi ed ebrei in Israele abbiano i medesimi diritti'', ha sostenuto Tibi. Da Gaza, uno dei fondatori di Hamas, Tayed Abu Massameh, ha accusato Israele di voler imporre le proprie condizioni, ignorando i diritti del popolo palestinese. ''Dopo aver respinto il diritto del ritorno dei profughi, la spartizione di Gerusalemme e il ritiro alle linee del 1967, di quale 'pace' va parlando Netanyahu?'', si e' interrogato Abu Massameh, che e' un parlamentare di Hamas. La conclusione – a suo parere – e' che oggi piu' che mai Hamas assieme con Abu Mazen e con le altre fazioni palestinesi debbano rafforzare la conciliazione nazionale ''allo scopo di respingere uniti gli attacchi israeliani''.

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