La nomina del “delegato apostolico” che, con i poteri di un commissario straordinario, il Papa manderà a mettere ordine nella potentissima congregazione dei Legionari di Cristo è attesa per la settimana che ha inizio lunedì 21 giugno.
Si fa anche il nome del prescelto, l’arcivescovo Velasio De Paolis, presidente della Prefettura degli affari economici del Vaticano, un po’ il ministro delle Finanze del Vaticano, che sabato è stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI. Se andrà così, sarebbe un po’ come se Berlusconi mandasse Giulio Tremonti a mettere ordine nelle finanze del calcio italiano. De Paolis si è distinto, nei mesi scorsi, quando ha preso posizione contro il Comune di Torino che voleva fare un po’ di soldi, in nome dell’ecologia, tassando i pullman che portavano i pellegrini a vedere la Sindone. Parlando di soldi non suoi, De Paolis aveva detto: «Non si può penalizzare la devozione». E ancora: «Capisco le motivazioni ecologiste dell’imposta, però di fronte ad un evento mondiale di fede popolare come l’Ostensione della Sacra Sindone tassare i pellegrini appare una modalità inopportuna per procurare entrate extra ad una grande città. Andrebbe dato un segno diverso, cioè spalancare le braccia a chi percorre migliaia di chilometri per raccogliersi in preghiera. Si tratta di persone mosse da ragioni profonde, che non andrebbero tassate, bensì favorite nel loro cammino. Per reggere l’impatto di un imponente pellegrinaggio, i provvedimenti necessari sono altri rispetto ad una tassa».
Il Papa aveva ricevuto nel corso della settimana anche l’attuale superiore della Legione, padre Alvaro Corcuera, che tutte le previsioni dei cremlinologhi vaticani danno in partenza, insieme con il suo numero due, padre Luis Garza Medina. Sarebbero troppo compromessi in presunte complicità con padre Marcial Marcel, il defunto fondatore dell’ordine, indubbiamente personaggio titanico, capace, all’età di 23 anni, di avviare una organizzazione sviluppata e potente soprattutto in Messico e Stati Uniti, ma anche satanico, capace di macchiarsi dei più orribili peccati per un prete: non solo avere esagerato nell’amore per i ragazzini (oggi si dice pedofilia), ma di avere avuto rapporti con donne, di averle “sposate”, sistemate e generato con loro dei figli.
Se di queste colpe un peccatore di monda con la penitenza e nell’al di là con un periodo indefinito di purgatorio, c’è un peccato ancor più grave di tutti nel dossier satanico di Marcial Maciel, quello di avere sottratto all’ordine, e quindi a santa madre Chiesa, parecchio denaro, per mantenere le mogli e sistemare i figli.
Per questo sembra che la scelta sia caduta su De Paolis, amministratore di mestiere se non di vocazione, proprio perché per tutto il resto, fede, regolamenti, disciplina e quant’altro attiene le organizzazioni religiose , in Vaticano risorse e competenze professionali abbondano. Nel caso di Legionari, però, il problema numero uno è mettere in chiaro i misteri del denaro, anche alla luce delle rivelazioni e scandali che si sono susseguiti negli ultimi mesi. Figli e figliastri di Maciel che chiedevano denaro per non parlare, una figlia che secondo i giornali spagnoli e messicani possiede beni per milioni e milioni.
Avrà ragionato il Papa: da dove sono usciti tutti quei soldi? Maciel ha tenuto e tiene i suoi sacerdoti in una condizione di povertà francescana, sottoponendoli a regole di vita quasi monastiche, mentre dotava la legione di sedi in tutto il mondo, incluse università di cui una a Roma. Probabilmente il Papa vuole vedere chiaro se, nelle pieghe di quei fiumi di denaro che entravano nelle casse della Legione e uscivano per fini istituzionali e pii, Maciel non abbia trovato il modo di dirottare qualche ruscelletto sui conti correnti delle sue donne.
Questo spiega certamente la scelta, se saranno confermate le anticipazioni raccolte da Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, di uno come De Paolis, in luogo di due nomi che sembravano preferiti nei giorni scorsi, anticipati da Sandro Magister, vaticanista dell’Espresso, quelli di Ricardo Ezzati Andrello, vescovo di Concepción, 68 anni, cileno ma italiano di nascita, salesiano, e di Giuseppe Versaldi, vescovo di Alessandria, 67 anni, esperto canonista.
Entrambi, ha scritto Magister nel suo autorevole blog, Chiesa.it, godono la piena fiducia del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ed entrambi sono stelle emergenti dei rispettivi episcopati, il primo in predicato per l’arcidiocesi di Santiago del Cile, il secondo per quella di Torino: nomine che verrebbero rispettivamente accantonate qualora la scelta cadesse su uno di loro, per un’impresa che esige molto tempo e molte energie.
Resta da dire che sulla scelta del Papa potrebbe anche pesare il desiderio di non soggiacere troppo ai giochi di potere di Bertone, che a sua volta guida una ramificata cordata tanto in Vaticano quanto nelle periferie della Chiesa e che, provenendo dai Salesiani egli stesso, può essere visto con sospetto dagli altri ordini religiosi e con timore dai Legionari stessi.
Ai poveri Legionari nulla può essere rimproverato, se non di essere stato vittime di un imbroglio da parte del loro semidio e è probabile che il Papa non li voglia ulteriormente castigare, annullando la loro identità e distribuendo le loro proprietà al Salesiani.
Non è la prima volta che un Papa si trova alle prese con ordini religiosi che hanno sgarrato. Scolpito nella storia è il caso dei Templari, in cui però il Papa si prestò a essere complice della cupidigia del re di Francia. Meno nota è la vicenda dei Cavalieri di Malta, sui quali, alla fine degli anni ’40, secondo la ricostruzione dello scrittore francese Roger Peyrefitte, si era rivolto l’occhio avido del cardinale Nicola Canali che voleva a tutti i costi diventarne Gran Maestro. Ma Pio XII non cedette e la bandiera dell’Ordine di Malta, sovrano e militare, continua a sventolare sulla sede di Via Condotti e della rocca dell’Aventino, a Roma e sulla villa a picco sul mare di Santa Margherita Ligure.
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