Libia, bagno di folla per Sarkozy e Cameron. E l'Italia si fa sentire

PARIGI, 14 SET – Un Nicolas Sarkozy scatenato, tra la folla che lo acclama e risponde impazzita al suo grido ''Viva la Libia, viva l'amicizia tra la Francia e la Libia!''. Un David Cameron sudato, che urla la sua promessa, 'Vi aiuteremo a catturare Gheddafi!'. Dietro, immancabile, giacca e occhiali neri su camicia bianca, il filosofo Bernard-Henri Levy, impassibile.

A detta di molti, è lui il grande regista di tutta l'operazione che oggi ha condotto il presidente francese ed il premier britannico in Libia a raccogliere il ringraziamento del popolo libico che si è liberato di Gheddafi.

Velenosissima la vignetta in prima pagina di Le Monde, che rappresenta Levy come il 'Principe delle sabbie' e dietro un mesto Sarkò che gli regge lo strascico. Il capo dell'Eliseo e l'inquilino di Downing Street si sono resi protagonisti della visita lampo, la prima di due massimi dirigenti di paesi della coalizione, dichiaratisi i capofila dell'impegno militare per liberare la Libia dal regime di Gheddafi e dell'alleanza con il Cnt.

Un ''primato'' sul quale questa sera il ministero degli Esteri italiano fa una puntualizzazione: ''l'Italia è stato il primo Paese europeo ad aprire un Consolato a Bengasi, il Ministro Frattini è stato il primo Ministro degli Esteri europeo a recarsi in visita a Bengasi, e l'Ambasciatore Buccino è stato il primo Capo Missione europeo a ricevere il gradimento dalle Autorità libiche''.

Oggi Sarkozy e Cameron sono arrivati a Tripoli separatamente, entrambi accolti all'aeroporto dal capo del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdel Jalil, e dal numero 2 dell'organizzazione, Mahmoud Jibril.

Prima tappa, in elicottero, accompagnati dai ministri degli Esteri Alain Juppé e William Hague, un ospedale della capitale libica, dove Sarkozy e Cameron hanno visitato i feriti. All'ingresso, il filosofo francese Levy li ha accolti e poi accompagnati, insieme con un lunghissimo corteo di persone.

Sono entrati in tre stanze, chiacchierando con i pazienti, ed hanno attraversato i corridoi del moderno edificio che dalle immagini appare in ottime condizioni. ''One, two, three, viva Sarkozy'', gridavano le ali di folla al passaggio del presidente francese e del suo alleato britannico ma imponente era la presenza di militari francesi.

Un'ottantina di gendarmi antisommossa erano stati imbarcati in fretta e furia ieri sera per preparare il servizio d'ordine della delicata visita. ''Il sangue dei martiri non è stato versato invano'', si leggeva su uno striscione, ''Alza la testa, sei un libico libero'', su un altro, mentre spuntavano ovunque gli 'Allah akbar'.

Prima di lasciare Tripoli, conferenza stampa dei due leader europei accanto ai nuovi leader libici: ''Noi vi aiuteremo a trovare Gheddafi e a catturarlo'', ha promesso il premier Cameron rivolto a capi del Cnt, mentre al colonnello, ancora introvabile, e ai suoi seguaci ha riservato un ''game over'', esplicito invito ad arrendersi. Sarkozy gli ha fatto eco: ''Gheddafi è un pericolo – ha affermato – l'impegno della Nato non è concluso, c'è un lavoro da finire''.

Di nuovo tutti in elicottero e trasferimento a Bengasi, piazza della Libertà, per il bagno di folla più atteso, quello nella città simbolo della rivolta. A fianco del capo degli insorti e del suo numero due, Sarkozy ha gridato sotto il sole fino ad avere la voce roca: ''vi chiediamo una cosa, crediamo nella Libia unita, non nella Libia divisa. Viva la Libia, viva l'amicizia fra la Francia e la Libia''.

''Giovani di Bengasi – ha continuato il capo dell'Eliseo – giovani di Libia, giovani arabi, la Francia vi assicura la sua amicizia e il suo sostegno. Avete voluto la libertà, volete il progresso economico. La Francia, la Gran Bretagna e l'Europa saranno al fianco del popolo libico''.

A tutti, l'invito al ''perdono'' e alla ''riconciliazione'', oltre alla garanzia che la Francia ''non ha fatto calcoli'' decidendo di aiutare la Libia. Applausi, grida di giubilo e tante mani levate al cielo per salutare Sarkozy, per una volta popolarissimo.

In Francia è proprio il contrario, i sondaggi inchiodano il presidente ai minimi storici, gli scandali Bettencourt e Clairstream non annunciano nulla di buono e da stasera i socialisti fanno sul serio: via alla campagna per le primarie, tutti i candidati in diretta tv a presentare il loro progetto di una nuova Francia.

Gestione cookie