Libia, Gheddafi attacca Berlusconi e l’Italia: “L’abbiamo costretta a inginocchiarsi”

Muhammar Gheddafi e Silvio Berlusconi

ROMA – ”Abbiamo costretto l’Italia a inginocchiarsi e a pagare i danni per il suo colonialismo”, e ora ”l’Occidente si sente insultato perché l’Italia mi ha baciato la mano”.

Lo show quotidiano di Muammar Gheddafi si è gonfiato anche stavolta di venti anti-italiani, con il colonnello che davanti agli intimoriti delegati dell’Assemblea popolare libica ha alluso al baciamano in cui si esibì Silvio Berlusconi lo scorso marzo a Sirte, in occasione di un vertice della Lega Araba.

La retorica contro l’Italia – che evidentemente trova ancora terreno fertile in un Paese dove i sentimenti anti-italiani sono radicati – ha già infarcito i discorsi fiume del rais assediato a Tripoli.

Ma la novità dell’ultimo discorso di Gheddaffi è che il Colonnello ha puntato il dito direttamente contro Berlusconi, vecchio ‘amico’ di un tempo che ormai non c’è più. Al rais devono aver infatti riferito le parole del premier di sabato scorso (”Gheddafi ormai non controlla più la Libia”), e Gheddafi gli ha voluto rispondere a muso duro: ”Berlusconi ha detto che non controllo la Libia? Io gli rispondo che la famiglia Gheddafi è la Libia”, ha gridato il colonnello in tono minaccioso.

”Abbiamo costretto l’Italia a scusarsi e ad ammettere i suoi errori, è una cosa storica”, ha proseguito poi in un crescendo chiedendosi perché le compagnie petrolifere sono scappate dalla Libia solo ”per una manifestazione” mentre in Italia ”ci sono state manifestazioni in 30 città per chiedere le dimissioni di Berlusconi e nessuna compagnia si è ritirata”.

Paura dei terroristi? ”O tornate – è stato il suo monito, stavolta diretto agli americani – oppure le vostre aziende le consegnerò ai russi e ai cinesi”.

Nessun commento ovviamente da Palazzo Chigi. Ci ha pensato il ministro degli Esteri Franco Frattini a bollare ”la retorica anti-italiana” di Gheddafi come ”un segno di debolezza” del suo regime: ”L’Italia – ha ricordato il titolare della Farnesina – ha manifestato amicizia profonda verso il popolo libico che ha subito violenze da parte dell’Italia e verso cui l’Italia ha voluto riaffermare un sentimento di vicinanza, amicizia e considerazione. Cercare qualcuno contro cui puntare il dito è solo un segno di debolezza”.

Gestione cookie