Libia, i ribelli: “Non sappiamo dov’è Gheddafi”. Berlusconi chiama Jibril

Pubblicato il 22 Agosto 2011 - 15:15 OLTRE 6 MESI FA

BENGASI, 22 AGO – ”Non sappiamo dove sia il Rais; se è ancora in Libia o è riuscito ad uscire dal paese”: lo ha detto in una conferenza stampa a Bengasi il leader del Cnt, Mohamed Abdel Jalil. ”I due figli di Gheddafi, Saif al Islam e Mohammed, sono nelle nostre mani in un luogo sicuro”, ha aggiunto Jalil.

La guida politica dei ribelli libici ha spiegato che durante l’arresto di Mohammad c’è stato uno scontro a fuoco tra i ribelli e la sua guardia del corpo, con morti e feriti. ”Mohammad e la sua famiglia tuttavia non sono stati colpiti”.

Nel pomeriggio del 23 agosto i ribelli hanno preso il controllo dell’edificio della radio e della televisione di Stato libiche a Tripoli, interrompendo le trasmissioni.

Il Pentagono: “Gheddafi in Libia”. Secondo  il portavoce del Pentagono, David Lapan, il colonnello Muammar Gheddafi sarebbe ancora in Libia. ”Noi pensiamo che il colonnello Gheddafi sia ancora nel Paese. Non abbiamo informazioni secondo cui egli avrebbe lasciato il Paese”, ha affermato Lapan.  Il portavoce ha quindi ribadito come anche in futuro ”non ci saranno truppe statunitensi sul suolo libico”, confermando come se ci sarà una missione di transizione sotto l’egida dell’Onu, della Nato o di altri ”questa non includera’ truppe americane sul terreno. La nostra posizione – ha aggiunto – non cambierà”.

Intanto il Pentagono fa sapere che il segretario alla Difesa Leon Panetta si tiene costantemente informato sugli sviluppi della situazione a Tripoli. E che ieri sera si è sentito telefonicamente con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in vacanza sull’isola di Martha’s Vineyard.

Il dopo Gheddafi. ”Non sarà un compito facile, ma noi ora costruiremo un Paese nuovo, fondato sulla libertà, sull’eguaglianza, sulla fraternità”. “La vittoria finale, ha spiegato Jalil, arriverà solo con la cattura di Muammar Gheddafi”, ma la sua epoca ”è finita” e lui ”sarà ricordato solo per i crimini, gli arresti, gli assassinii politici”.

”Rifiuto qualsiasi esecuzione fuori dalla legge ma ho paura che qualcuno dei ribelli possa applicare la legge del taglione”, ha aggiunto il presidente del Consiglio nazionale di transizione durante una conferenza stampa a Bengasi, trasmessa in diretta dal canale Al Jazira.

Secondo quanto ha riportato l’inviato dell’Ansa, a Tripoli i cecchini del Rais sparerebbero anche sui bambini: tre piccoli tra i 5 e i 6 anni  sarebbero stati colpiti mentre sventolavano con il padre la bandiera dei ribelli.

Il coll0quio Berlusconi-Jibril. Il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, ha avuto un colloquio telefonico con il Primo ministro del Consiglio Nazionale Transitorio libico, Mahmud Jibril. E’ quanto si legge in una nota della presidenza del Consiglio.

”Nel corso della telefonata – prosegue la nota – il presidente Berlusconi si è complimentato per la rapida avanzata delle forze del CNT, riconfermando l’impegno dell’Italia a sostegno delle nuove Autorità per la costruzione di una Libia democratica e unita. Il Presidente del Consiglio ha inoltre manifestato apprezzamento per la determinazione del CNT ad evitare qualsiasi vendetta e ha auspicato che la Libia possa presto avere un governo che rappresenti tutte le componenti del Paese”.

”Il Primo Ministro Jibril ha ringraziato calorosamente l’Italia per l’appoggio dato, sottolineando il particolare significato del sostegno assicurato dal nostro Paese, la cui vicinanza al popolo libico ha radici profonde.  Il Presidente del Consiglio e il Primo Ministro del CNT avranno modo di approfondire ulteriormente questi argomenti in un incontro che avrà luogo nei prossimi giorni in Italia”.