Libia, la Francia arma i ribelli, Mosca e Pechino si arrabbiano

ROMA – Mosca chiede spiegazioni a Parigi di fronte a quella che ritiene una ''grave violazione'' della risoluzione dell'Onu. Pechino richiama tutti paesi coinvolti in Libia ad ''attenersi strettamente al mandato'' del consiglio di sicurezza. Mentre la Gran Bretagna e la stessa Nato prendono le distanze da un'iniziativa sulla quale l'alleanza assicura di non avere alcuna ''informazione''.

La decisione della Francia di armare i ribelli, paracadutando un piccolo arsenale durante un'operazione di ''rifornimento umanitario'', non è piaciuta neppure all'Unione africana, riunita oggi a Malabo, convinta che le armi finiranno nelle mani sbagliate.

Un coro di critiche alle quali la Francia si limita a rispondere correggendo il tiro delle indiscrezioni trapelate ieri sulla stampa d'oltralpe che parlava anche di armamenti pesanti.

''Non è stato paracadutato nessun missile anticarro'', ha assicurato il portavoce dello Stato maggiore Thierry Burkhard, spiegando che agli insorti sono state fornite solo ''armi leggere'', per uso individuale.

Una precisazione che di certo non ha sopito il malumore russo, che già più di una volta aveva invitato i paesi della Nato ad attenersi alla risoluzione Onu, accusandoli di ''interpretare arbitrariamente'' il mandato del consiglio di sicurezza visto che i loro raid non si limitavano a proteggere i civili ma puntavano piuttosto alla caduta di Gheddafi.

Ora Mosca torna a far sentire la sua voce, chiedendo formalmente spiegazioni alla Francia sull'invio di armi al Cnt. ''Aspettiamo risposte – ha detto il ministro degli esteri Serghiei Lavrov – se ciò fosse confermato sarebbe una grave violazione della risoluzione 1970 del consiglio di sicurezza Onu''. E Pechino rilancia l'appello ad ''evitare tutte le azioni che vanno oltre il mandato'' Onu.

''La Cina – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei – si appella alla comunità internazionale affinché segua strettamente lo spirito della risoluzione''.

Prende le distanze la Nato, che esclude di esser stata coinvolta e assicura che si tratta di un'iniziativa della quale, ha spiegato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, l'alleanza ''non ha informazioni''.

Uno scatto in avanti individuale, insomma, dal quale si smarca anche la Gran Bretagna che, pur precisando di non voler criticare la Francia, ha assicurato di non aver alcuna intenzione di dare armi ai ribelli, visto che una simile iniziativa solleva ''una serie di problemi'' e annunciato il rifornimento di giubbotti antiproiettili.

Così come l'Italia, che non commenta la decisione francese, ma ha più volte ribadito di essere disposta a fornire ''materiale per l'autodifesa'', ma non armi.

Malumore sull'iniziativa francese anche dal vertice dell'Unione africana, che ha chiuso la prima giornata trovando il pieno accordo sul fatto che Gheddafi deve lasciare il potere''. Ma sul campo, il 'rais' ha ottenuto il pieno appoggio delle donne, scese in campo, armi in mano, per ''difendere la Libia'', secondo la Cnn.

Gestione cookie