Libia, l'Onu accusa: 7 mila prigionieri nelle carceri dei ribelli

ROMA, 23 NOV – Ci sono 7.000 prigionieri nelle carceri gestite dai ribelli libici: lo stima il nuovo rapporto delle Nazioni Unite, che sottolinea che nelle celle ci sono anche donne e bambini, e che alcuni detenuti ''sono stati torturati''.

L'Onu invita il Cnt a fare di piu' per mettere sotto controllo le milizie armate, regolarizzare la detenzione, e impedire gli abusi''.

Rimettere in piedi il sistema giustizia e' anche il passo indispensabile per poter processare Saif al-Islam, il figlio del rais catturato sabato scorso dai ribelli di Zintan. Lo ha ribadito oggi il procuratore della Cpi, Luis Moreno Ocampo, che ha anche confermato che non ci sono prove certe dell'avvenuto arresto di Abdullah al-Senussi, ex capo dell'intelligence di Gheddafi, anch'egli ricercato dalla Cpi per crimini contro l'umanita' come Saif.

Intanto sono proseguite per tutta la giornata le dichiarazioni dei leader della comunita' internazionale che hanno espresso plauso per la nascita, ieri, del nuovo governo di transizione.

Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha avuto una conversazione telefonica con il premier Abdurrahim El Keib, assicurando il sostegno del governo italiano ''nel percorso verso la ricostruzione e la democrazia'' in Libia. Monti ha anche ricordato l'intensa cooperazione bilaterale, mentre Keib ha ringraziato l'Italia per quanto ''ha fatto per la liberazione della Libia e sta facendo per la sua ricostruzione''.

Il ministro Giulio Terzi, che ha avuto una conversazione con il collega Anshur Ben Khaial, ha invece ricordato il profondo rispetto di tutti gli italiani per ''l'alto tributo di sangue pagato dal popolo libico per uscire dalla dittatura''.

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