I repubblicani attaccano Obama per le operazioni in Libia

Pubblicato il 22 Marzo 2011 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA

Aerei americani sorvolano la Libia

WASHINGTON, STATI UNITI –  Fino a quando si è trattato di condannare il colonnello libico Muammar Gheddafi a parole mentre trucidava il suo popolo, nello schieramento politico americano erano tutti d’accordo. Adesso che, seppur tardivamente, si è passati dalle parole ai fatti e gli Stati Uniti stanno impiegando la forza militare contro il rais, la concordia è finita.

Un crescente numero di repubblicani ha preso a criticare il presidente Barack Obama per non aver esposto in Congresso un piano chiaro sull’attacco alla Libia e per gli alti costi dell’operazione, in un momento in cui il deficitdi bilancio nazionale si sta allargando. Le critiche ad Obama sono originate dallo speaker della Camera John Boehner e poi, tra gli altri, dalla presidentessa della Commissione per gli Affari Esteri Ileana Ros-Lehtinen.

Quest’ultima ha accusato Obama di non aver ancora spiegato al popolo americano quali sono gli interessi vitali degli Stati Uniti che sono minacciati in Libia. Ed ha aggiunto: ”Rimettersi alla volontà delle Nazioni Unite ed impiegare il nostro personale militare per imporre ‘il mandato della comunità internazionale’ costituisce un pericoloso precedente”.

Va rilevato che le critiche più aspre ad Obama per l’intervento in Libia contro le forze di Gheddafi provengono da quei settori del partito repubblicano che sono più vicini al movimento conservatore Tea Party. ”Siamo attualmente impegnati in due guerre e non credo che abbiamo realmente bisogno di essere coinvolti in una terza”, ha dichiarato il senatore Rand Paul, fondatore del gruppo Tea Party al Senato. Per risanare il bilancio federale i repubblicani chiedono incisivi tagli della spesa pubblica, e le operazioni in Libia rendono il risanamento più difficile. 

Finora i rapporti tra l’amministrazione Obama e i repubblicani su questioni militari, vedi l’Afghanistan, sono stati buoni, e i repubblicani hanno appoggiato il presidente quando ha inviato altri 30 mila soldati a combattere i talebani. Ma l’analista Danielle Pletka dell’American Enterprise Institute non vede contraddizione tra l’appoggio per la guerra in Afghanistan e i dubbi riguardanti la Libia.

”Gran parte dei repubblicani appoggiano Obama sull’Afghanistan perchè capiscono cos’è in gioco e sanno che dobbiamo vincere”, ha detto la Pletka. ”Ma il presidente non ha neanche tentato di spiegare il senso delle operazioni in Libia, mentre avrebbe dovuto farlo con un discorso alla nazione teletrasmesso dall’Ufficio Ovale”.

Obama ha spesso ribadito che ”Gheddafi se ne deve andare”. Ma, ha rilevato il senatore repubblicano Richard Lugar, ”è necessario un piano per affrontare il dopo-Gheddafi. L’amministrazione ci sta pensando? Chi salirà al potere? E chi pagherà per l’intera faccenda?” Secondo Lugar il presidente ”finora è stato molto vago”.