Libia. Più di 10 Paesi pronti a riconoscere il Consiglio nazionale transitorio

ROMA – Neanche il tempo di vedere il crollo definitivo del regime di Muammar Gheddafi: subito e' scattata, gia' domenica scorsa, la corsa a riconoscere il Consiglio nazionale transitorio degli insorti come rappresentante legittimo del popolo libico, da parte di quei Paesi che ancora non lo avevano fatto, nella speranza di aggiudicarsi un posto in prima fila nella ricostruzione della Libia e nella ripartizione delle sue risorse.

Sono almeno dieci i Paesi, a partire dai vicini di casa, Tunisia ed Egitto, che hanno ufficializzato le relazioni con l'organo politico dei ribelli negli ultimi quattro giorni, da quando cioe' e' cominciato l'assalto finale degli insorti a Tripoli. Mentre anche i due giganti, Russia e Cina, che finora avevano mantenuto una posizione piu' 'distante', cominciano a concedere aperture più significative ai rivoltosi di Bengasi.

Ma i leader dei ribelli sono stati da subito chiari e oggi il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, lo ha ribadito: la nuova Libia del dopo-Gheddafi ''avra' relazioni speciali con i Paesi che hanno sostenuto la nostra lotta di liberazione dal suo inizio''. E ''tra questi – ha aggiunto in un'intervista a Repubblica – figura ovviamente anche l'Italia''.

Roma e' stata infatti tra i primissimi Paesi – subito dopo gli 'attivissimi' Francia e Qatar – a riconoscere il Cnt, il 4 aprile scorso in un incontro tra il ministro degli Esteri Franco Frattini e il rappresentante per la politica estera degli insorti Ali Isawi.

Il primato spetta invece al presidente francese Nicolas Sarkozy che sin dal 10 marzo, ancora prima di avviare la campagna di raid aerei in Libia, decise che Gheddafi non rappresentava piu' il suo popolo. E sono proprio Italia e Francia a contendersi ora la leadership nei rapporti commerciali con la Libia, con il nostro Paese deciso a mantenere il posto di tradizionale primo partner commerciale.

Un primato ''naturale'', secondo l'ambasciatore libico a Roma Hafed Gaddur. ''Il rapporto con l'Italia e' naturale – ha spiegato – mentre con gli altri Paesi va costruito''. Intanto in questi ultimi giorni il consenso internazionale del Cnt ha avuto un'impennata. Fino a due settimane fa erano una trentina i Paesi ad aver stabilito relazioni bilaterali con i ribelli, compresi gli Stati Uniti e i principali alleati della missione Nato Unified Protector.

Dal 21 agosto – all'alba dell'Operazione Sirena – hanno superato i 40, a cominciare da Tunisia ed Egitto, rimasti neutrali per sei mesi e coinvolti nella fuga dei profughi dalla guerra. A cascata sono seguiti i riconoscimenti di altri Paesi arabi come il Marocco, l'Autorita' nazionale palestinese, il Bahrein, l'Iraq e il Libano, ma anche dalla Norvegia e dai due Paesi Ue, Grecia e Malta.

L'ultimo, solo oggi, quello del Ciad, che dopo la guerra degli anni '80, negli ultimi anni aveva intrattenuto con Gheddafi buone relazioni.

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