Libia: polizia circonda ambasciata svizzera

Nuove tensioni tra Libia e Svizzera sul fronte della crisi dei visti. Tra Berna e Tripoli è in corso da giorni una crisi che ha coinvolto tutti i Paesi dell’area Schenghen dopo che la confederazione ha inserito 186 nominativi libici, tra cui quello del colonnello Gheddafi, nella black list degli indesiderati.

Sulla questione è intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi che “ha fatto sforzi persistenti con il colonnello nel tentativo di contenere la crisi” dei visti. Lo riporta il quotidiano on line Oea – vicino al figlio di Gheddafi, Seif Al Islam – riferendo del colloquio telefonico di ieri sera tra il premier italiano ed il leader libico, Muhammar Gheddafi.

Intanto la polizia libica ha circondato l’ambasciata svizzera, dopo che le autorità di Tripoli hanno dato all’ambasciata elvetica un ultimatum che scade a mezzogiorno chiedendo che Max Goldi – uno dei due svizzeri trattenuti in Libia dall’estate 2008 e rifugiato presso l’ambasciata elvetica – si consegni alla giustizia libica per scontare la sua pena. L’ultimatum è stato riportato stamattina in arabo sul sito della Jana, l’agenzia di stampa libica, e su Oea online. I due siti riportano la “minaccia di misure”, non meglio precisate, “contro la Svizzera” se Goldi non sarà “consegnato” dall’ambasciata elvetica. Su Oea si legge che ad avvertire i diplomatici svizzeri è stato lo stesso Ministro degli Esteri libico, Moussa Kousa, che ha anche accusato i diplomatici svizzeri di “avere abusato dell’immunità diplomatica” e informato dell’ultimatum i rappresentanti diplomatici europei a Tripoli.

L’avvocato difensore, Salah Zahaf, ha reso noto stamane che Goldi “uscirà spontaneamente dall’ambasciata elvetica, dove si è rifugiato, e si consegnerà alla giustizia libica”. Sarà condotto nel carcere di Ain Zara, presso Tripoli, dove potrà ricevere visite in ogni momento e dove gli sarà garantita assistenza medica. A sua disposizione avrà anche un interprete. In un secondo tempo, ha ancora precisato Zahaf, “presenteremo una richiesta di grazia presso il Consiglio superiore delle istanze giudiziarie”.

Max Goldi era stato condannato l’11 febbraio dalla Corte d’appello a quattro mesi di prigione per “soggiorno illegale”. E’ inoltre stato riconosciuto colpevole di “attività economiche illecite”: per questo reato dovrà versare una multa di mille dinari libici. Il suo imminente rilascio è stato confermato anche dal ministro libico degli esteri Mousa Koussa, che la settimana scorsa ha avuto un incontro a Madrid con la consigliera federale Micheline Calmy-Rey.

In seguito Rachid Hamdani, ha lasciato l’ambasciata svizzera di Tripoli. L’uomo è stato visto da alcuni testimoni salire su una macchina, presumibilmente alla volta dell’ufficio per l’immigrazione. Rachid Hamdani, secondo quanto ha riferito alla stampa locale questa mattina il suo legale, ha lasciato la Libia per recarsi in Tunisia.

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