ROMA – Anche l’Onu ci ha scaricato. Si fa cupo il futuro dei marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, prigionieri in India per avere fatto il loro dovere di militari a difesa di una nave italiana e abbandonati dalla incapacità e incompetenza di Mario Monti e Enrico Letta e dei loro ministri degli Esteri.
Ban Ki Moon, segretario generale dell’Onu, ente inutile quanto costoso, ha gettato l’acqua fredda del catino di Ponzio Pilato in faccia a Emma Bonino, ministro degli Esteri italiano che troppo tardi si è occupata del caso, dovo avere dedicato il suo tempo alla moglie di un ricercato del Kazakhstan e ai diritti dei diplomatici gay:
“E’ meglio che la questione venga affrontata bilateralmente piuttosto che con il coinvolgimento delle Nazioni Unite”.
Nel silenzio imbarazzato del ministero degli Esteri italiano, si è sentita solo la voce del Presidente della Commissione esteri della Camera Fabrizio Cicchitto:
“Manifesto profondo sconcerto per le recenti affermazioni fatte dal Segretario generale dell’ONU circa l’opportunità di mantenere sul piano bilaterale la controversia tra Italia e India relativa all’illegittima detenzione dei due fucilieri di Marina Latorre e Girone”.
Si poteva fare di più e di meglio, e un po’ meglio hanno fatto Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre (il minimo dopo la magra figura della gita scolastica a Delhi chiusa per ferie) i quali hanno chiesto di sospendere l’esame del Dl missioni fino a che non fosse arrivato un chiarimento del governo sulle parole Ban Ki-moon, costringendo Emma Bonino, che proprio non ci pensava nemmeno, a presentarsi giovedì alle 10 per riferire a tuti i Senatori (a quei pochi che si ricorderanno di andarci) sull’indegno atteggiamento dell’Onu.
L’incredibile Staffan De Mistura, che sul caso marò ha collezionato una catena di fiaschi e che si era recato a New Delhi per seguire il processo a Girone e Latorre ha lasciato New Delhi, dove tornerà domenica, per Roma, per “urgenti consultazioni” con il governo. De Mistura ha spiegato che il suo viaggio a Roma è dovuto al fatto che “l’udienza in Corte Suprema del 18 febbraio è della massima importanza per il futuro dei nostri fucilieri di Marina”.
Non poteva stare più lontano da Roma? Non era meglio se impiegava il suo tempo a corteggiare o minacciare gli indiani? Vista l’importanza dell’udienza, un dubbio dovrebbe forse averlo colto.
I commenti sono chiusi.