Marò, l’India prova a “trattenere” l’ambasciatore italiano. Il “no” di Mancini

I due maro Girone e Latorre (foto LaPresse)

NUOVA DEHLI – Due convocazioni in tre giorni e poi quella richiesta di “non lasciare l’India”. Richiesta che per ora resta tale nonostante le proteste dell’Italia perché a un diplomatico non si può negare il diritto di spostamento. Eppure, dopo la svolta nella vicenda dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, l’India continua a far pressione sull’ambasciatore italiano Daniele Mancini. Come se si potesse in qualche modo “scambiare” un rappresentante diplomatico con i due militari che l’Italia ha deciso di trattenere nonostante la richiesta indiana.

Mancini è stato convocato giovedì 14 marzo al ministero degli Esteri a New Delhi dove gli è stato consegnato il testo dell’ordinanza della Corte Suprema riguardante la vicenda dei marò. L’ambasciatore Mancini, secondo quanto riferisce l’Ansa citando il portavoce del ministero  Syed Akbaruddin , ”è stato ricevuto da funzionari stasera che gli hanno consegnato l’ordinanza” firmata dal presidente della Corte Suprema Altamas Kabir in cui gli si intima di non lasciare l’India fino all’udienza fissata per il 19 marzo.

Nessuna fonte dell’ambasciata italiana ha commentato l’incontro, mentre ”fonti” citate dalle tv indiane hanno detto che Mancini ha accettato il documento, ma ha rifiutato di considerare qualsiasi limitazione alla sua libertà di movimento.

Negli stessi minuti l’India ha sospeso le procedure di insediamento del nuovo ambasciatore in Italia, Basant Kumar Gupta, che avrebbe dovuto partire domani per Roma. Lo ha reso noto l’agenzia Pti. Citando fonti ministeriali, l’agenzia ha chiarito che la questione fa parte della revisione in corso delle relazioni bilaterali fra India ed Italia.

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