ROMA – “Massimiliano Latorre non tornerà in India e, anzi, si stanno approfondendo le possibilità per chiedere che anche Salvatore Girone rientri in Italia”: lo ha detto, a margine di un convegno organizzato dal Centro studi internazionali, il presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola Latorre, commentando la scadenza di venerdì prossimo, termine entro il quale il marò dovrebbe rientrare in India dopo il periodo di permanenza in Italia concesso per curarsi dopo l’ictus che lo ha colpito nel 2014.
Sono questi giorni cruciali per la vicenda dei due fucilieri della Marina, accusati in India dell’omicidio di due pescatori al largo delle coste del Kerala nel febbraio del 2012.
Venerdì 15 gennaio scadrà il permesso concesso da Delhi per motivi di salute a Massimiliano Latorre, e la scadenza riaccende le preoccupazioni, ma anche le polemiche, con Forza Italia che ritiene “inaccettabile e improponibile anche solo ipotizzare che Latorre possa tornare in India”, come ha detto il capogruppo di Forza Italia in Commissione Difesa alla Camera Elio Vito.
Anche se il governo italiano non si è ancora espresso pubblicamente, appare improbabile che il fuciliere di Marina debba tornare in India. Anche perché mercoledì 13 gennaio tornerà a riunirsi anche la Corte Suprema indiana in merito alla scadenza del permesso.
L’udienza era stata fissata lo scorso agosto, all’indomani della sentenza del Tribunale del diritto del mare di Amburgo che ha imposto alle parti di sospendere qualsiasi tipo di giurisdizione sul caso, nell’attesa dell’esito della procedura arbitrale ormai avviata presso la Corte permanente di arbitrato dell’Aja. In quell’occasione, il 26 agosto, la Corte ha sospeso tutti i procedimenti giudiziari sui marò “fino a nuovo ordine” e fissò la seduta di dopodomani per fare il punto della situazione.
Resta da vedere ora se la Corte Suprema di New Delhi, sentito anche il parere del governo indiano, continuerà ad attenersi alla sentenza dell’Itlos, decidendo quindi di congelare la situazione di Latorre fino alla fine dell’arbitrato. In tal caso, si tratterebbe di un segnale politico da parte indiana che potrebbe favorire una distensione anche in relazione ad altri dossier internazionali, come il riavvio dei negoziati con l’Unione europea (il 18 si incontreranno a Delhi i rappresentanti di India e Bruxelles dopo anni di stop) o l’adesione di Delhi al Missile Technology Control Regime (Mtcr), su cui l’Italia ha di recente posto il veto.
Resta intanto a Delhi Salvatore Girone, confinato dalle autorità indiane nell’ambasciata italiana. Per lui, il governo italiano ha già avanzato nelle scorse settimane la richiesta di “misure urgenti” al Tribunale arbitrale per farlo rientrare in Italia per tutta la durata della procedura che dovrà decidere sulla giurisdizione dell’intera vicenda.