Medio Oriente/ Obama auspica un ”nuovo inizio” tra Usa e Islam, incanta la platea senza offrire nulla di concreto

Il presidente Barack Obama ha aupicato l’avvento di «un nuovo inizio» tra gli Stati Uniti e il mondo islamico, ma non ha presentato nuove iniziative per por termine al conflitto tra Israele e i palestinesi, a quanto riferisce il New York Times.

Nell’atteso discorso pronunciato all’Università del Cairo davanti ad una folta platea, che più volte lo ha applaudito, Obama ha posto l’accento su ciò che unisce Stati Uniti e musulmani, dopo anni di «paura e diffidenza», che hanno invece evidenziato le differenze. Ed ha insistito sulla necessità di inaugurare una nuova era, anche se, ha ammesso, «non basterà un solo discorso a sradicare anni di diffidenza», superando stereotipi negativi, da entrambe le parti, sia sull’Islam che sugli Stati Uniti d’America: «Proprio come i musulmani non rientrano in uno stereotipo», ha detto, «lo stesso accade per l’America, che non è un impero interessato solo a sé stesso».

Deciso ad invertire la tendenza e a spegnere le tensioni che si sono accumulate negli otto anni dell’amministrazione di George Bush, Obama ha parlato della necessità di superare la questione israelo-palestinese con la creazione di due stati sovrani e indipendenti, ha aperto spiragli all’eventualità che l’Iran sviluppi programmi nucleari per scopi civili, e ha confermato che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di colonizzare Afghanistan e Iraq insediandovi proprie basi militari. Entro il 2012, ha ribadito il capo della Casa Bianca, sarà completato il ritiro delle truppe dall’Iraq, ponendo fine ad un intervento militare che egli stesso giudica ora negativamente. «La paura dopo l’11 settembre ha detto – ci ha portato ad agire anche contro i nostri ideali».

Il discorso di Obama viene considerato dagli analisti uno sforzo per migliorare l’immagine degli Stati Uniti nel miliardo di musulmani che popolano il mondo, un’immagine gravemente danneggiata dalle politiche del suo predecessore. Ma, essi osservano, le aspettative di nuove iniziative concrete, almeno per ora non sono state soddisfatte.

Il presidente ha quindi messo alcuni punti fermi, come la lotta al terrorismo, giudicata inevitabile. E la netta distinzione tra la caccia agli estremismi e una guerra all’Islam, che non c’è. L’intervento militare in Afghanistan, ha detto, è stato inevitabile, diversamente quello in Iraq, «che è stata una scelta” e che «è stato contestato anche nel nostro Paese». Ma la vita in Iraq, ha rilevato Obama, è molto meglio oggi che ai tempi di Saddam Hussein, riaffermando poi la necessità di «un Iraq libero che vada avanti con le proprie gambe». Per questo, ha ripetuto, gli Usa ritireranno tutte le truppe entro il 2012, senza lasciare nel Paese alcuna base militare.

Obama ha poi parlato della necessità di superare la violenza del conflitto mediorientale. Israele, ha detto il capo della Casa Bianca, deve accettare l’esistenza di uno stato palestinese e viceversa Hamas deve riconoscere l’esistenza di Israele. «Ci sono già state troppe lacrime», ha detto Obama.

Il presidente Usa ha poi contestato apertamente, in un passaggio sottolineato dagli applausi, la necessità che Gerusalemme interrompa la politica degli insediamenti. E ha ricordato le difficoltà della vita nei campi profughi e nelle zone occupate dall’esercito israeliano. Ma ha esortato i palestinesi ad interrompere da subito la violenza: «Lanciare razzi che uccidono bambini che dormono o donne che salgono su un autobus non è segno di potere». Insomma, la soluzione che prevede due Stati per due popoli e «l’unica soluzione».

Quanto all’Iran, ha precisato Obama, dovrebbe avere accesso al nucleare pacifico, «ma deve anche aderire al Trattato di non-proliferazione». Il confronto sul controverso programma nucleare iraniano è in ogni caso «a una svolta decisiva». Washington, ha spiegato Obama, è pronta ad «andar avanti senza condizioni preliminari», un approccio che aiuterà a prevenire una corsa agli armamenti nucleari in Medio Oriente. Ma la Casa Bianca, ha chiarito il presidente, procederà al contempo «con coraggio, rettitudine e risolutezza nei confronti della repubblica islamica».

«Tutti i popoli del mondo possono vivere in pace tra loro. È questo il disegno di Dio», ha detto Obama concludendo il suo discorso, in cui ha citato brani del Corano, del Talmud, della Bibbia.

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