Mosca ci riprova e lavora per un’amicizia con Ankara, con un altro incontro sull’energia. Ad agosto, per la firma sul gasdotto South Stream tra il premier russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyp Erdogan, c’era anche Berlusconi.
In quel caso il presidente del Consiglio ha solo presenziato l’accordo, ma questa volta a Barvikha, in Russia, il trio era già composto: oltre a Putin e a Erdogan c’era anche il capo del Cremlino, Dmitri Medvedev.
I temi in agenda sono stati sempre la cooperazione e l’attuazione di grandi progetti energetici che, come ricorda la stampa russa con toni trionfalistici, hanno rappresentato la chiave dei colloqui a Mosca previsti per mercoledì prossimo.
Sul tavolo, secondo il quotidiano russo Kommersant, c’era anche proposta di Ankara perché Mosca partecipi al progetto del gasdotto europeo Nabucco, concorrente a quello di Gazprom, Eni ed Edf.
Quella tra Putin con Erdogan del 13 gennaio è stata la decina riunione a partire dal 2004. E per Berlusconi? Southstream, il serpentone del gas da 900 chilometri, che sarà costruito da Eni e Gazprom, porterà energia russa all’Europa -Italia compresa- passando dalla Turchia. Il ruolo italiano dunque è marginale, se non nell’ottica europea. Per Bruxelles è fondamentale mettere le mani sui rubinetti russi e Berlusconi ne è consapevole.
Quattro mesi fa il premier ha decantato i successi nostrani in terra straniera, ma era riuscito a intrufolarsi nella riunione. Questa volta non ha messo in programma alcun viaggio a Mosca. Solo un caso o qualche problema con “l’amico” Putin?