Migranti, ong (quelle già escluse) e Cei contro Di Maio: “Falsità, reagiremo”. Lui replica: “Chi minaccia vuole nascondere”

Migranti, ong a Luigi Di Maio: "Tutte falsità. Reagiremo"
Migranti, ong a Luigi Di Maio: “Tutte falsità. Reagiremo” (Foto Ansa)

ROMA – Le Organizzazioni non governative replicano alle accuse mosse dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, che, prendendo spunto da tre indagini aperte a Catania, Palermo e Cagliari su “conseguenze involontarie” dell’operato delle ong con i migranti nel Mar Mediterraneo, parla di “taxi del mare” e di “collusione con gli scafisti”.

A rispondere alle accuse sono però due ong non toccate dalle inchieste: Medici senza frontiere e Intesos. La prima, in particolare, avverte: “Siamo indignati dalle accuse, reagiremo”. Ma Di Maio non arretra e anzi rincara la dose: “Sul ruolo di alcune Ong nel Mediterraneo non chiedo di far luce solo io, non chiede di far luce solo il Movimento 5 Stelle, lo chiedono soprattutto un’inchiesta della magistratura di Catania e due rapporti dell’agenzia Frontex che conosciamo grazie al Financial Times. Chi reagisce chiudendosi a riccio o minacciando, evidentemente ha qualcosa da nascondere”.

L’organizzazione medico-umanitaria francese si dice “indignata per i cinici attacchi al lavoro delle ong in mare da parte di alcuni esponenti della politica, che hanno visto nelle ultime ore un crescendo di veleni e false accuse” e annuncia che “valuterà in quali sedi intervenire a tutela della propria azione, immagine e credibilità”.

“Le accuse contro le ong in mare – afferma il presidente di Msf, Loris De Filippi – sono vergognose, ed è ancora più vergognoso che siano esponenti della politica a portarle avanti, attraverso dichiarazioni false che alimentano l’odio e discreditano ong che hanno come unico obiettivo quello di salvare vite. È una polemica strumentale che nasconde le vere responsabilità di istituzioni e politiche, che hanno creato questa crisi umanitaria lasciando il mare come unica alternativa e hanno fallito nell’affrontarla e nel fermare il massacro”.

In riferimento alle accuse sul lavoro in mare delle ong, Msf ricorda che i soccorsi avvengono secondo il diritto del mare e dei rifugiati con il coordinamento e le indicazioni della Guardia Costiera italiana; che le ong non ricevono telefonate dirette dai trafficanti; che le ong lavorano in acque internazionali e solo in pochi casi eccezionali, in presenza di naufragi imminenti e sotto autorizzazione delle autorità competenti, sono entrate in acque libiche; che il lavoro di Msf in mare è sostenuto esclusivamente da fondi privati; che non ci sono prove che i soccorsi siano un fattore di attrazione; che persone disperate, torturate, afflitte da guerre, persecuzioni e povertà continueranno a partire; che fino a quando non verranno garantiti canali legali e sicuri per trovare sicurezza in Europa e un sistema europeo di aiuti e soccorsi in mare, quelle stesse persone continueranno a rischiare e perdere la propria vita nel Mediterraneo. Medici senza Frontiere esporrà il proprio punto di vista alle istituzioni il 2 maggio, nel corso di un’audizione alla Commissione Difesa del Senato.

INTERSOS – Stessi toni da Intersos, che parla di “vergognosa speculazione. Siamo stanchi di aiutare bambini vittime di tortura, donne violentate e sentire basse e mal costruite invenzioni e strumentalizzazioni politiche. Il lavoro delle ong nel Mediterraneo – si legge in una nota della ong- è salvare vite umane. Chi con navi proprie, chi, come gli operatori Intersos, in collaborazione con Unicef, partecipando alle operazioni di soccorso sulle navi della Guardia Costiera italiana. Se siamo lì, è per fermare una strage. Se a qualcuno questo lavoro non piace, dica con chiarezza che preferisce un morto annegato ad un essere umano tratto in salvo”.

SAVE THE CHILDREN –  Anche l’organizzazione britannica Save The Children interviene nella polemica: “Le operazioni della nave di Save the Children avvengono sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana e respingiamo con forza ogni accusa della più minima connessione con i trafficanti. La Vos Hestia opera solo in acque internazionali e non è mai entrata in acque libiche”, spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia. “La nostra missione di soccorso è al di sopra di ogni sospetto e continueremo a perseguirla nella massima legalità e trasparenza. Se gli sforzi di ricerca e salvataggio in mare venissero interrotti, non diminuirebbe il numero dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa, perché non cesserebbero i motivi che spingono uomini, donne e bambini a rischiare la vita in mare pur di non morire nei loro paesi di origine o in Libia, né cambierebbe l’approccio disumano dei trafficanti senza scrupoli. Unica conseguenza sarebbe l’aumento del numero di morti in mare. La presenza di navi che operano per la ricerca e salvataggio in mare non rappresenta un fattore di attrazione, ma semplicemente un modo per consentire ad un numero maggiore di persone di sopravvivere” conclude Valerio Neri.

LA CEI – In serata è arrivata anche la durissima condanna della Conferenza episcopale italiana: “Fermo restando che queste accuse debbano trovare dei riscontri che finora non ci sono stati. Credo che queste accuse abbiano dietro una visione ipocrita e vergognosa di chi non vuole salvare in mare persone in fuga e di chi non vuole fare canali umanitari attraverso i quali le persone potrebbero arrivare in sicurezza, combattendo così ciò che va combattuto realmente: il traffico di esseri umani che finanzia il terrorismo”, ha detto il direttore di Migrantes (Cei), monsignor Giancarlo Perego, a Tv2000, sulle polemiche relative alle Ong.

“Voltare la faccia dall’altra parte – ha aggiunto monsignor Perego – o puntare il dito contro le organizzazioni internazionali, che stanno dando una grossa mano nel salvataggio in mare nel Mediterraneo, credo che sia un’operazione da condannare. E’ necessario, invece, portare la coscienza europea a rafforzare i canali umanitari”.

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