L’AVANA, CUBA – Ecco chi sarà il nuovo lider maximo di Cuba: si chiama Miguel Diaz-Canel Bermúdez, ha 58 anni e sarà proclamato presidente il 19 aprile, il giorno prima del suo compleanno. Succederà a Raul Castro, che di anni ne ha 87, a sua volta subentrato al fratello maggiore Fidel Castro, che guidò i barbudos della rivoluzione alla conquista del potere nel 1959. Un anno prima, cioè, di quando Miguel Diaz-Canel venne al mondo.
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Mentre si prepara a assumere il potere, Miguel Diaz-Canel, che già ricopre la carica di vice presidente dal 2013, ha preso una dura posizione contro il presidente americano Donald Trump, dicendo che il suo Paese è “offeso” dalla sua amministrazione.
L’11 marzo, insieme a milioni di cubani, Miguel Diaz-Canel ha votato per ratificare una lista di membri dell’Assemblea Nazionale, approvata dal governo che si riunirà il prossimo 19 aprile. Diaz-Canel, che quel giorno presumibilmente subentrerà a Raul Castro come presidente, ha compiuto il passo politico finale prima di una transizione promessa dai fondatori dello stato comunista a una generazione di funzionari più giovani. A Santa Clara, parlando ai giornalisti, ha lamentato la crisi dei rapporti con gli Stati Uniti sotto il presidente Donald Trump, dicendo che “il ristabilimento delle relazioni si è deteriorato a causa di un’amministrazione che ha offeso Cuba”. Diaz-Canel ha annunciato che il prossimo governo cubano sarà più sensibile nei confronti del popolo che “parteciperà alle decisioni prese dal governo”. “Deve esserci attenzione nei legami con le persone, ascoltarle, approfondire i problemi esistenti che ispirino dei dibattiti”.
“Ci troviamo quasi nel futuro di cui abbiamo parlato, una transizione”, ha detto Jose Ramon Machado Ventura, 87 anni, secondo vicepresidente che nel 1959 ha combattuto insieme a Fidel Castro per rovesciare la dittatura di Fulgencio Batista. “Siamo in transizione dal 1° gennaio 1959. Ora, il cambiamento è generazionale”. Il vicepresidente è stato a lungo considerato il successore scelto da Raul Castro, e ha costantemente sottolineato il mantenimento della continuità nel sistema politico a partito unico di Cuba e nell’economia pianificata a livello centrale. A fronte di una serie di riforme avviate da Raul Castro all’inizio del suo decennio al potere, il governo cubano mantiene il monopolio sulla maggior parte delle forme di attività economica e l’economia cubana rimane per lo più stagnante e improduttiva. In particolare i giovani cubani sono molto disincantati dalla mancanza di opportunità economiche e dallo stretto controllo statale su, praticamente, tutti gli aspetti della vita sull’isola. Negli ultimi dieci anni, decine di migliaia di cubani hanno lasciato l’isola, compresi professionisti altamente qualificati presenti in istituzioni chiave come i due apprezzati sistemi sanitario e dell’istruzione. “Penso che il cambiamento sarà per il bene di questo Paese, e che alcune delle misure prese in passato siano ormai obsolete”, ha detto Daniela Aguero, una dottoressa di 26 anni. “Ora ci saranno cambiamenti per migliorare l’economia e la nostra linea politica”.