MO, l’ambasciatore israeliano a Roma: “La responsabilità è degli organizzatori della flottiglia”

Gideon Meir

L’Ambasciatore israeliano a Roma, Gideon Meir, “esprimendo il proprio rammarico per le vittime, ha sottolineato che la responsabilità di quanto accaduto deve essere imputata agli organizzatori della Flottilla”.È  quanto si legge in una nota dell’ambasciata in seguito al “colloquio telefonico con il capo di Gabinetto del ministro degli Esteri Franco Frattini” sulla vicenda della flottiglia di Ong diretta a Gaza, attaccata stanotte dalla marina militare di Israele.

Nel colloquio – spiega la nota – Meir “precisando che per una versione definitiva sarà necessario attendere maggiori informazioni da Israele, ha comunque voluto aggiornare il Capo di Gabinetto su quanto sta accadendo in questo momento”.

Spiegando che l’esercito israeliano è stato “costretto a reagire” dopo la decisione della Flottilla di “forzare il blocco” e che “secondo quanto dichiarato dagli stessi organizzatori, la missione non era “‘destinata a consegnare aiuti umanitari, ma a rompere l’assedio di Israele”.

Meir – si legge nella nota dell’ambasciata israeliana – ha, in particolare, ricordato che “Israele ha dichiarato, dal 2007, un blocco navale davanti alle coste di Gaza. Il blocco navale è completamente in linea con il diritto internazionale marittimo e, come previsto nella normativa internazionale – ha aggiunto l’ambasciatore – è vietato il passaggio a qualsiasi nave civile e militare non autorizzata”.

Nei giorni precedenti la partenza delle navi, Israele ha inoltre “offerto ai dimostranti di prendere il carico in consegna e di portarlo, con i propri mezzi, nella Striscia di Gaza. L’offerta è stata perennemente rifiutata”, precisa la nota spiegando che “poche ore prima dello scontro, Israele ha nuovamente offerto alle navi di attraccare nel porto di Ashdod e di trasferire gli aiuti a Gaza dai valichi già esistenti. Da questi valichi, quotidianamente, transitano centinaia di camion carichi di aiuti internazionali. L’offerta, ancora una volta, è stata categoricamente rifiutata perché, secondo quanto dichiarato dagli stessi organizzatori, ‘la missione non èdestinata a consegnare aiuti umanitari, ma a rompere l’assedio di Israele”.

“Solamente in seguito alla decisione da parte della Flotilla di forzare il blocco, l’esercito israeliano è stato costretto ad agire militarmente, penetrando all’interno della nave. Duri scontri sono avvenuti unicamente quando, sulla nave turca Mavi Marmari, i militari israeliani sono stati attaccati violentemente con coltelli, bastoni e, secondo alcuni testimoni, armi da fuoco. L’invio della nave Mavi Marmari è stato organizzato dalla IHH, Ong turca, le cui connessioni con il terrorismo islamico sono note dal 2006”, ha aggiunto Meir sottolineando che “l’esercito israeliano ha immediatamente trasferito tutti i feriti negli ospedali israeliani e si occuperà di scortare le navi della Flotilla verso Ashdod. Qui verranno effettuati tutti i controlli di sicurezza e i militari dell’Idf si preoccuperanno di trasferire il carico umanitario nella Striscia di Gaza”.

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