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Mondiali: la Spagna accarezza il grande sogno ma l’Olanda non scherza

di Alessandro Avico |8 Luglio 2010 19:10

Si avvicina alla finale nel ruolo di favorita e ha già messo da parte, pronta ad usarlo, il ‘vestito buono’ delle grandi occasioni. La Spagna ha ricevuto dalla Fifa la conferma che nella finale mondiale di domenica sera dovrà utilizzare la seconda divisa (quella tutta blu già utilizzata contro il Paraguay), essendo considerata squadra ospite. L’Olanda sarà come al solito in arancione.

Ma gli spagnoli hanno anche fatto sapere che, in caso di successo, prima di ricevere la Coppa – ancora non si sa dalle mani di chi, magari loro sperano che a consegnarla sia la regina Sofia – indosseranno la tradizionale casacca rossa. Il semplice fatto che abbiano voluto fare alla Fifa questa precisazione la dice lunga su come si considerano: ma non si tratta di presunzione.

L’Olanda finora ha mostrato un gran bel calcio ed è imbattuta dal 6 settembre 2008, dopo che pochi mesi prima, agli Europei, uscì soltanto a causa di una serata storta (e dell’assenza di Robben) perdendo nei quarti contro la Russia dell’olandese Hiddink. Ma se la ‘Roja’ giocherà al Soccer City come mercoledì a Durban contro la Germania, la fine non potrà che essere quella che molti pronosticano, e non sarebbe una gran notizia, perchè gli spagnoli sono stati fin dall’inizio, e nonostante l’imprevista battuta d’arresto iniziale contro la Svizzera, i grandi favoriti di questo torneo, assieme al solito Brasile, al cui posto c’è la squadra che l’ha battuto nei quarti, appunto l’Olanda.

La rete di testa di Puyol sul corner di Xavi – che ricorda così tanto quella che il capitano del Barcellona segnò allo stesso modo, e su cross dello stesso giocatore, al Bernabeu, quando i ‘blaugrana’ trionfarono per 6-2 sul Real Madrid in un match indimenticabile – ha fatto impazzire un intero paese che ora, grazie alla fioritura di campioni che c’è stata in questi ultimi anni e ad un gruppo finalmente unito, sente vicina la realizzazione del grande sogno.

E’ quello sfumato troppe volte, come nel 1982 nel Mondiale di casa, quando la spaccatura fra i giocatori del Real Madrid e quelli baschi (in particolare la Real Sociedad) fece perdere il titolo ad una formazione, anche allora (come altre volte) uscita ai quarti nonostante potesse contare su talenti del calibro di Arconada, Lopez Ufarte, Zamora, Satrustegui, Camacho, Juanito ed Alonso (padre, di Xabi). Due anni dopo c’erano meno divisioni e infatti i rossi riuscirono a qualificarsi per la finale europea, ma dovettero inchinarsi al genio, e alla rete su punizione, di Michel Platini.

Questa squadra, quella di Del Bosque, è rientrata solo alle 4 di mattina nel ritiro ‘spartano’ (un centro sportivo universitario che non ha nulla di lussuoso, e che solitamente è dedicato a rugby e cricket) di Potchefstroom, ad un centinaio di chilometri da Johannesburg.

Previsto solo un breve allenamento defaticante serale, poi tutti di nuovo a coltivare il sogno più bello, Robben permettendo; mentre Del Bosque si interrogherà se far tornare Torres dall’inizio o ridare fiducia a Pedro. Contro la Germania il ragazzino del Barcellona è stato uno dei migliori in campo e per questo ora è favorito per cominciare anche la finale.

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