Napolitano critica la Merkel sulla Libia, poi fa autocritica: “Da noi opposizione debole”

Pubblicato il 30 Marzo 2011 - 18:46 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano (Mauro Scrobogna / LaPresse)

NEW YORK  – ”Non capisco la decisione di Angela Merkel sulla Libia. Un leader non dovrebbe avere paura delle elezioni né inseguire i sondaggi”. Giorgio Napolitano torna sulla ‘vicenda Libia’ nel corso di una lunga intervista pubblica alla New York University criticando l’atteggiamento del cancelliere tedesco e ricevendo la risentita risposta del suo portavoce che esclude qualsiasi collegamento tra le decisioni del governo di Berlino su Gheddafi e le elezioni in alcuni laender.

Il presidente della Repubblica riconferma la sua grande attenzione per i temi dell’immigrazione. ‘A Lampedusa c’è la frontiera dell’Italia, ma anche quella dell’Europa. Ci vuole una politica comune dei 27 paesi dell’UE, non 27 politiche nazionali, superando la riluttanza a fare questo passo”. Napolitano risponde ad una raffica di domande anche sulla situazione politica nel nostro paese.

”In Italia a volte l’opposizione non è abbastanza forte, ma io non posso farci niente”. I processi di Berlusconi? No comment, ”il vero guaio dell’Italia è la guerriglia politica quotidiana e l’eccesso di partigianeria”. Di fronte a un pubblico di professori e studenti, il presidente della Repubblica ha risposto direttamente, senza giri di parole, alle domande intriganti e competenti del professor Joseph Weiler che, facendolo arrossire, lo ha presentato come ”il leggendario Giorgio Napolitano”.

Poi il dialogo serrato, con domande e risposte in inglese. Napolitano, molto carico, ha tenuto la scena da grande attore, è stato brillante, autoironico, piu’ volte ha strappato l’applauso. Ha parlato a tutto tondo della sua vita, dall’infanzia a Napoli, alle fatiche odierne del Quirinale, ai temi caldi dell’agenda politica. Il giudizio più sferzante è stato riservato proprio alla cancelliera tedesca, per la decisione di Angela Merkel di tenere la Germania fuori dalle operazioni militari in Libia. Poche ore dopo la Cancelleria ha reagito con una dichiarazione del portavoce. Noi, l’Italia e gli altri paesi che partecipano all’intervento militare in Libia, ha detto Napolitano, ”abbiamo fatto la cosa giusta”’. Il fatto che ”i principali paesi europei si siano divisi è molto negativo”.

”Non capisco il comportamento di Anngela Merkel. Un vero leader – ha detto, non dovrebbe aver paura delle elezioni e non dovrebbe basarsi sui sondaggi d’opinione”. Presidente, ha chiesto il prof Weiler, l’Italia vive un momento storico difficile, delicato, tra l’altro con un presidente del consiglio sotto processo. Che ne pensa? “Confermo che quello attuale – ha risposto – non è un momento facile per l’Italia e per il lavoro di un presidente della Repubblica. Ma non faccio commenti su nessuna personalità politica italiana. Parlo più in generale e dico che il più grande problema della politica italiana è l’iper-partigianeria che produce una guerriglia quotidiana, rende impossibile il dialogo e il confronto, determina una delegittimazione reciproca dei competitori politici. Nessuno ascolta l’altro.Ciò rischia di creare gravi divisioni e un forte indebolimento del Paese”. E l’opposizione, che fa? ”Il funzionamento della democrazia richiede un governo forte e stabile, ma anche una opposizione forte. Io non ci posso fare nulla se a volte l’opposizione non è abbastanza forte”. Fermo l’appello all’Europa a ritrovare lo spirito e l’orgoglio originario per portare piu’ avanti l’integrazione lasciata a meta’ dal Trattato di Lisbona.

”Troppi leader europei, quasi tutti, ormai considerano l’Unione Europea il capro espiatorio da indicare per i problemi che non riescono a risolvere nel loro paese”, ha detto. Andare avanti a due velocità può essere una soluzione? Certamente, Schengen e l’Euro ne sono due esempi lampanti di un modo di procedere che e’ previsto ”non per dividere i Ventisette, ma consentire ad alcuni di marciare più rapidamente”. Napolitano ha assicurato che l’anti-americanismo in Italia è una storia accantonata da oltre vent’anni, da quando è caduto il Muro di Berlino, ha detto che fu la lettura di Gramsci a farlo diventare comunista e fra i momenti gratificanti della sua vita ha ricordato ”alcune battaglie vinte dentro il Pci per la democratizzazione della vita politica”.

Forte la difesa dell’Europa e dell’Euro e la sollecitazione ai Ventisette dell’UE a ritrovare lo spirito originario che fece nascere l’Europa Unita. ”In solo 60 anni abbiamo cambiato secoli di storia. Noi europei ne siamo orgogliosi e vediamo che ci vuole pazienza per andare avanti. Se fossi piu’ giovane, io sarei meno impaziente”.