Nucleare Iran, Khamenei contro Obama: “Il Governo Usa è perverso, non ci fidiamo”

Ali Khamenei

L’Iran attacca il presidente degli Stati Uniti Barack Obama per la «minaccia nucleare» contro Teheran e annuncia una protesta formale all’Onu, mentre l’apparato militare si dice pronto a contrastare possibili raid nemici con un nuovo sistema missilistico antiaereo.

Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha infatti ribadito che gli Usa non escludono di usare armi nucleari se dovessero subire un attacco batteriologico da Iran o Corea del nord, perché  in quel caso “tutto può accadere”. Il monito del capo della diplomazia Usa arriva dopo l’annuncio della nuova dottrina nucleare che prevede l’impiego dell’atomica solo per l’autodifesa e solo contro Paesi che non abbiano firmato il Trattato di non proliferazione nucleare.

Washington tuttavia,, alla vigilia del vertice sul nucleare, sembra voler gettare acqua sul fuoco: «L’Iran non ha ancora una capacità nucleare e sta procedendo a rilento», ha detto il ministro della Difesa Robert Gates.

L’attacco a Obama è stato portato dalla Guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei: «Le sue dichiarazioni sono disonorevoli. Danneggiano gli Stati Uniti e mostrano che il governo americano è perverso e che non ci si può fidare di lui». La scorsa settimana, gli Usa hanno annunciato una nuova dottrina nucleare che esclude attacchi nucleari contro Stati privi di capacità atomica o che rispettino il Trattato di non proliferazione (Tnp). Obama «ha implicitamente minacciato gli iraniani con armi nucleari », ha detto Khamenei rivolgendosi a un gruppo di alti comandanti militari. L’Iran, ha quindi annunciato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehman-Parast, citato dall’agenzia Fars, presenterà una denuncia formale all’Onu: «Tali affermazioni dimostrano che la vera minaccia alla sicurezza globale è rappresentata dai Paesi che possiedono le armi atomiche», ha aggiunto Mehman-Parast.

Una linea sostenuta dal Parlamento iraniano, dove la richiesta di protesta formale è passata con il voto di 225 deputati, compreso quello del presidente conservatore-moderato Ali Larijani. L’offensiva politica del regime degli ayatollah è stata affiancata dall’annuncio della imminente produzione di nuove centrifughe di seconda generazione – con una capacità di arricchimento dell’uranio tre volte superiore a quelle attuali – fatto dal capo dell’Ente nucleare iraniano Ali Akbar Salehi.

Sul fronte militare, le Forze armate si dicono pronte a fronteggiare qualsiasi minaccia e hanno annunciato la realizzazione di un nuovo sistema missilistico antiaereo, il Mersad (imboscata), «capace di colpire aerei nemici a media e bassa quota».

Da Washington, il ministro della Difesa Robert Gates, pur ribadendo che con Iran e Corea del Nord «tutte le opzioni stanno sul tavolo», sembra voler gettare acqua sul fuoco: «L’Iran non ha ancora raggiunto capacità nucleare» e gli Stati Uniti «non considerano inevitabile» che riesca a produrre una bomba.

Negli Usa è arrivato anche il premier indiano Manmohan Singh, per il vertice sulla sicurezza nucleare voluto da Obama. L’India ha tuttavia deciso di essere presente anche al «controvertice» sul nucleare organizzato per il 17 e 18 aprile dall’Iran. New Delhi, riferisce la stampa indiana, sarà rappresentata dall’ambasciatore a Teheran, Sanjay Singh, una presenza di secondo piano ma che conferma il sostegno politico di New Delhi all’Iran nonostante le pressioni Usa

Gestione cookie