Obama annuncia l’inizio del ritiro delle truppe dall’Afghanistan

Le truppe Usa sono in Afghanistan dal 2001

WASHINGTON, STATI UNITI – Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annuncia alle 02,00 di giovedi (le 20,00 locali di mercoledi) in diretta televisiva i dettagli dell’inizio del ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan. Le ultime indicazioni parlano di circa 30 mila uomini in meno entro il 2012.

Poche ore prima del discorso di Obama,  il nuovo segretario alla Difesa, Leon Panetta, ha incassato un raro via libera unanime del Senato: il primo luglio sostituira’ al Pentagono il dimissionario Bob Gates, con il quale il numero uno uscente della Cia si e’ sempre detto in grande sintonia riguardo alla necessità di usare prudenza e gradualità nel ritiro delle truppe dall’Afghanistan.

L’incertezza su quanto annuncerà Obama riguarda soprattutto il ritmo del ritiro. Il Pentagono vorrebbe limitarlo ad un massimo 5 mila militari, cioe’ una brigata, entro il 2011, ma alla Casa Bianca c’e’ chi preme per ottenere dal presidente una cifra che sia approssimativamente il doppio entro l’anno. Il portavoce di Obama, Jay Carney, ha indicato che il presidente ha gia’ preso la sua decisione, ma ha definito le indiscrezioni di stampa ”pura speculazione”, senza confermare nessuna cifra.

Dal canto suo il Congresso, preoccupato per la spesa bellica e la urgente necessità di ridurre l’entità del debito nazionale, vuole addirittura che il numero dei militari Usa impegnati in Afghanistan diminuisca di 15 mila unita’ entro l’anno.

Preme in questa direzione il presidente della commissione difesa del Senato, Carl Levin, un democratico, con l’appoggio di numerosi esponenti dell’opposizione repubblicana. Chiedono una rapida accelerazione del ritiro anche i candidati alla nomination repubblicana per la Casa Bianca, tra cui l’ex- governatore del Massachusetts Mitt Romney, attualmente considerato il favorito.

Alle ipotesi menzionate se ne aggiunge anche un’altra, di cui parla il New York Times. Obama sarebbe pronto ad annunciare il ritiro di fino a 33 mila uomini nel corso del 2012, cioe’ tutti i rinforzi inviati nel dicembre 2009 per superare la situazione di stallo che si era creata sui campi di battaglia, ma lasciando i dettagli ai militari sul terreno.

In particolare al generale dei marines John Allen, che prenderà presto come comandante in capo il posto del generale David Petraeus (che a sua volta sostituira’ Panetta alla Cia) alla testa delle forze Usa e Nato in Afghanistan, dove dovrebbero restare nel 2013 in un numero compreso tra i 65 e i 70 mila soldati americani, prima del ritiro totale previsto entro il 2014.

Il calendario del ritiro è stato accelerato dall’uccisione del capo di Al Qaeda Osama bin Laden, che secondo l’intelligence statunitense ha vibrato un duro colpo all’organizzazione terroristica. La sua sostituzione con l’amico e collaboratore di vecchia data Ayman al-Zawhari ha ulteriormente convinto gli strateghi americani che Al Qaeda si trova in una fase difficile che la rende meno pericolosa. Secondo il New York Times, Zawhari non ha il carisma di bin Laden, non è popolare tra i giovani militanti, la sua pedanteria ed i suoi numerosi difetti indeboliranno probabilmente il nocciolo dell’organizzazione terroristica.

Il ritiro dei soldati è poi collegato al problema della spesa pubblica, con l’impegno dell’amministrazione Obama ad operare tagli fino a 5 mila miliardi di dollari in 10 anni. E la spesa per la guerra in l’Afghanistan, oltre due miliardi di dollari al giorno, ne rappresenta quasi 1.200 miliardi, cioe’ oltre il 20% del totale.

Decidendo la diretta televisiva dalla Casa Bianca in prime time, Obama ha voluto dare la dovuta solennita’ all’annuncio dell’inizio del ritiro dall’Afghanistan, ponendolo in calendario a luglio, anche se, specie all’inizio, probabilmente si trattera’ di una operazione simbolica.

E’ la sesta volta che il presidente parla alla Nazione. Le volte precedenti erano state dedicate sempre all’Afghanistan, poi alla marea nera nel Golfo del Messico, all’Iraq, alla Libia ed infine l’uccisione di bin Laden.

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