Obama avverte servizi intelligence che hanno trascurato Cina e Medio Oriente

WASHINGTON,  STATI UNITI – Da anni la Cia e le altre agenzie di intelligence Usa hanno trascurato la Cina e il Medio Oriente, per concentrarsi sull’emergenza terrorismo dopo l’11 settembre del 2001 e sulle attivita’ militari, ma ora e’ tempo di cambiare registro.

Il monito e’ contenuto in un rapporto di un gruppo di stretti consiglieri del presidente Barack Obama e da’ una ulteriore spinta al passaggio del controverso programma dei droni dalla Central Intelligence Agency al Pentagono.

Nel rapporto – elaborato alla fine dello scorso anno dal President’s Intelligence Advisory Board, guidato da influenti e stretti collaboratori del presidente tra cui il nuovo segretario alla difesa Chuck Hagel e l’ex senatore democratico David Boren – sono indicate numerose vulnerabilità di intelligence, hanno riferito alcuni alti funzionari che lo hanno potuto visionare, citati dal Washington Post.

Il documento sembra inoltre essere in linea con il pensiero del nuovo direttore della Cia John Brennan, che in una audizione al Senato a febbraio aveva gia’ parlato della sua intenzione di riconsiderare l’attuale orientamento dell’Agenzia, il cui coinvolgimento in azioni letali, aveva affermato, rappresenta ”un’aberrazione del suo ruolo tradizionale”.

Diversi responsabili dell’intelligence hanno in effetti sottolineato che negli ultimi anni la necessita’ di estendere le attivita’ di spionaggio sono divenute particolarmente pressanti con l’emergere della Primavera Araba, l’espansione del terrorismo islamico in Nord Africa o il cyber-spionaggio cinese. Allo stesso tempo, pero’, secondo quanto riferisce il Post, all’epoca dell’11 settembre 2001 il Centro antiterrorismo della Cia era formato da circa 300 persone, mentre negli ultimi anni e’ arrivato a circa 2.000, grosso modo il dieci per cento di tutto il personale dell’Agenzia.

Sin dopo l’avvio della guerra in Afghanistan, la Cia ha iniziato a condurre operazioni segrete con i droni in Pakistan, per prendere di mira i dirigenti di al Qaeda in fuga. Negli anni seguenti il programma e’ stato poi esteso alle operazioni antiterrorismo in Yemen e, in misura minore, anche in Somalia. Ma al di la’ della questione dei droni, il documento chiede per la prima volta da oltre un decennio un riorientamento delle attività di intelligence, finora in buona parte concentrate sulle zone di guerra, Iraq e Afghanistan.

”La comunità dell’ intelligence e’ diventata per certi versi una operazione di sostegno militare”, e’ ormai sbilanciata, e per questo ”ha bisogno di essere marcatamente cambiata, come è avvenuto alla fine della guerra fredda”, ha affermato Boren, che e’ stato presidente della commissione intelligence del Senato. Anche perche’, ha chiesto retoricamente, ”a lungo termine, cosa sara’ piu’ importante per l’America, l’Afghanistan o la Cina?”

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