Manca ancora più di un anno e mezzo alle elezioni presidenziali americane del 2012 e l’attuale presidente, Barack Obama, sta già prendendo le prime iniziative per trovarsi preparato all’evento. Da sempre negli Stati Uniti il carburante fondamentale delle campagne elettorali sono i soldi, in particolare quelli dei donatori privati. Nel 2008, il primo presidente afroamericano aveva battuto tutti i precedenti record, riuscendo a collezionare più di 500 milioni di dollari (primo contributore l’Università della California, secondo Goldman Sachs). Oggi, in un momento difficile per la presidenza – all’indomani della sconfitta al senato – il team di consiglieri di Obama cerca di ritrovare il contatto con quel flusso di denaro che era stato tra le chiavi del successo dell’attuale presidente.
La campagna per la rielezione comincerà ufficialmente ai primi di aprile, ma intanto è stata già formata una squadra che si dedicherà al fundraising e già vi sono stati alcuni incontri con potenziali donatori, e altri sono in programma. Jim Messina, un ex funzionario della Casa Bianca, che assumerà presto il timone della campagna elettorale, nelle scorse settimane ha girato gli Stati Uniti per presentare la strategia di Obama. In particolare, Messina ha fatto diverse soste in Florida dove intende entrare in contatto con quei donatori che avevano contribuito alla campagna per le primarie di Hilary Clinton (poco più di 100 milioni di dollari).
La squadra incaricata del fundraising ha tenuto meeting in diverse importanti città degli Stati Uniti, tra cui New York, Los Angeles, San Francisco e Boston. Nella presentazione power-point lo staff di Obama ha mostrato come la posizione di Obama in stati come il Michigan e la Pennsylvania abbia subito duri contraccolpi, parallelamente ad un incremento del consenso per i Repubblicani.
Nelle slide veniva evidenziato: «il Presidente mantiene un supporto chiaro, anche se ristretto». La conclusione: «C’è un considerevole lavoro da svolgere per accrescere il supporto in precise fasce demografiche». Che la campagna sia veramente iniziata, lo rivela anche il fatto che Messina non ha solamente parlato dei soldi che devono essere raccolti, ma anche dei futuri rivali di Barack Obama, anche se in questo in un periodo i più credibili avversari repubblicani non hanno ancora ufficializzato la loro candidatura.
Così Messina si è soffermato sulle “debolezze” di John Huntsman, ambasciatore americano in Cina ancora per qualche settimana, che è considerato come una delle più serie minacce alla rielezione di Obama.
Ai potenziali donatori sono stati mostrati anche sondaggi che rivelano le chance di vittoria di fronte ai papabili oppositori repubblicani. Secondo i sondaggi, se si votasse oggi, l’attuale presidente supererebbe di cinque punti gli ex governatori Mitt Romney e Mike Huckabee mentre gli altri repubblicani, tra cui Newt Gingrich e Sarah Palin avrebbero un ritardo a due cifre.