Onu, gli Usa mettono il veto sulla risoluzione che condanna Israele

NEW YORK – Gli Stati Uniti hanno bloccato con il proprio veto una risoluzione delle Nazioni Unite che condanna Israele per aver continuato a costruire insediamenti a Gerusalemme Est e nei territori palestinesi. Il documento, preparato da un gruppo di Paesi arabi, ha ricevuto luce verde dai delegati degli altri 14 Paesi che siedono nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Ma il veto americano lo ha bloccato, anche se l’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, dopo il voto l’ha controbilanciato con toni critici verso la politica degli insediamenti ebraici. E la decisione, che rischia di intaccare l’immagine degli Usa nel mondo arabo, ha provocato l’immediata indignata reazione dell’Autorita’ Nazionale palestinese (Anp), che minaccia ora di ”rivedere le nostra posizione sull’intero processo negoziale”’ con Israele, come ha dichiarato uno dei principali negoziatori palestinesi, Yasser Abed Rabbo. Secondo quest’ultimo, quella degli Usa e’ stata ”una decisione sciagurata che colpisce la credibilita’ dell’amministrazione americana”. Mentre da parte sua Israele ha lanciato immediatamente un appello alla controparte palestinese ad avviare invece subito negoziati di pace diretti ”senza precondizioni”.

”Sara’ solo così, e non conquistando il Consiglio di sicurezza, che sara’ possibile far avanzare il processo di pace”, scrive in una nota il ministero degli esteri dello Stato ebraico. Susan Rice, l’ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, dopo il voto ha voluto chiarire che il ”no” americano alla risoluzione non equivale ad ”appoggiare gli insediamenti israeliani”. ”Anzi – ha detto, usando toni molto duri con Israele – noi rigettiamo la politica di espansione” dello Stato ebraico. Gli insediamenti israeliani ”per diversi decenni, hanno minato il processo di pace in Medio Oriente”, e le colonie ”hanno violato gli impegni che Israele aveva preso a livello internazionale, devastando la fiducia tra le parti”. Allo stesso tempo pero’, ha detto la Rice, ”e’ poco saggio soffermarsi qui all’Onu su cio’ che divide gli israeliani e i palestinesi”, e vanno invece ripresi ”i negoziati diretti, per una soluzione basata sul riconoscimento di due Stati”. Prima del voto, il rappresentante dell’Anp all’Onu, Riad Mansour, aveva difeso la bozza di risoluzione promossa da un ampio gruppo di Paesi, comprese molte capitali del mondo arabo.

”L’abbiamo scritta con attenzione, contattando tutti i delegati del Consiglio”, aveva detto Mansour ai cronisti. ”Noi crediamo nelle relazioni fondate sul reciproco rispetto” aveva aggiunto. La risoluzione e’ stata ufficialmente portata in Consiglio dal Libano, Paese arabo che siede tra i Quindici per il biennio 2010-2011. Negli ultimi giorni, l’ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro aveva tentato di raggiungere un’intesa con i colleghi arabi, proponendo di approvare sugli insediamenti una dichiarazione, meno vincolante rispetto ad una risoluzione. La Rice si era anche detta pronta ad accettare il principio di una missione dei Quindici in Medio Oriente, cosa che non accade da 30 anni a questa parte. I diplomatici arabi, pero’, hanno respinto le proposte di Washington, considerate troppo deboli. Secondo alcuni osservatori all’Onu, si e’ trattato di un passo falso dal punto di vista diplomatico, perche’ in questo modo hanno rinunciato a un documento di condanna firmato anche da Washington.

Gestione cookie