Papa Francesco licenzia cardinale Muller: al suo posto Ladaria. Espresso: "Coprì un prete pedofilo" Papa Francesco licenzia cardinale Muller: al suo posto Ladaria. Espresso: "Coprì un prete pedofilo"

Papa Francesco licenzia cardinale Muller: al suo posto Ladaria. Espresso: “Coprì un prete pedofilo”

Papa Francesco licenzia cardinale Muller: al suo posto Ladaria. Espresso: "Coprì un prete pedofilo"
Papa Francesco licenzia cardinale Muller: al suo posto Ladaria. Espresso: “Coprì un prete pedofilo”

ROMA – Ancora nel pieno della tempesta scatenata dal rinvio a giudizio per abusi sessuali del cardinale George Pell, Papa Francesco procede con un altro clamoroso ribaltone in Curia. E lo fa in uno dei principali ministeri vaticani, l’ex Santo Uffizio, oggi Congregazione per la Dottrina della Fede, precedentemente affidato al cardinale tedesco Gherard Ludwig Mueller, ritenuto un conservatore. Il Papa non ha rinnovato il mandato a Mueller, il cui quinquennio canonico è scaduto ieri, 2 luglio, preferendogli l’attuale segretario del dicastero, il gesuita spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer. Quest’ultimo, secondo quanto denunciato da Emiliano Fittipaldi e Giuliano Foschini su Repubblica e l’Espresso, avrebbe coperto un prete pedofilo a Foggia. Tale don Gianni Trotta, finito sotto processo in Vaticano nel 2009 e condannato alla pena massima: la messa in stato laicale. Ma l’arcivescovo Ladaria e l’allora prefetto Levada ordinarono altresì che “la nuova condizione del sacerdote dimesso non desse scandalo ai fedeli”. Né tantomeno si presero la briga di denunciare il prete all’autorità giudiziaria.

Il licenziamento di Mueller, 70 anni a dicembre, ex vescovo di Ratisbona e curatore dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger, nominato da Benedetto XVI a capo della Congregazione che custodisce l’ortodossia cattolica il 2 luglio del 2012, è stato comunicato dal Papa all’interessato nell’udienza di venerdì mattina. Dopo di ché la notizia è filtrata su due siti cattolici tradizionalisti negli Usa e in Italia. Mueller era stato confermato al suo posto il 23 settembre 2013 da papa Francesco, che nel suo primo concistoro, il 22 febbraio 2014, lo aveva fatto cardinale (cosa che invece non aveva voluto fare Ratzinger nel suo ultimo concistoro prima della rinuncia).

In questi anni, però, raramente le posizioni del prefetto della Dottrina hanno coinciso con lo spirito innovatore del Pontefice argentino: il contrasto si è manifestato in modo evidente soprattutto sul duplice Sinodo sulla famiglia, in cui Mueller ha sposato le tesi dei cardinali contrari alle aperture (tra cui lo stesso Pell), e sull’esortazione Amoris Laetitia, a proposito della quale il porporato tedesco non ha mai nascosto la contrarietà a che si desse la comunione ai divorziati risposati al di fuori dei canoni fissati della dottrina e dal precedente Magistero. Un contrasto che non poteva che portare a una separazione, che però Bergoglio ha aspettato a sancire fino alla scadenza del mandato quinquennale del cardinale prefetto.

Ora nella carica che per 24 anni fu proprio di Ratzinger (e a capo anche della Commissione Ecclesia Dei e della Pontificia Commissione Biblica) siederà l’arcivescovo Ladaria, nato 73 anni fa a Manacor, sull’isola di Maiorca, gesuita come papa Bergoglio, laureatosi in giurisprudenza a Madrid nel ’66 subito prima di entrare nella Compagnia di Gesù. Dopo il dottorato in teologia alla Gregoriana, nell’Università dei Gesuiti è stato docente di teologia dogmatica (oltre che a Madrid) e poi anche vice rettore dal 1986 al ’94. E’ stato membro e poi segretario generale della Commissione teologica internazionale.

Consultore dell’ex Sant’Uffizio, ne è diventato segretario nel 2008 su nomina di Benedetto XVI. Il 2 agosto dello scorso anno, papa Francesco lo ha nominato presidente della Commissione di studio sul Diaconato delle donne: parlando a Radio Vaticana sottolineò che volontà del Papa è far sì che “il ruolo delle donne sia sempre più valorizzato” in ambito ecclesiale. La Chiesa, diceva, “deve trovare il modo di farsi sempre più presente” e qui “la presenza della donna può essere decisiva”.

In lui Bergoglio ha visto una personalità in grado di elaborare una teologia più conforme e in linea con la sua idea di “Chiesa in uscita”, con la conversione pastorale e missionaria a cui sprona la comunità ecclesiale. Magari meno rigida sui principi e più attenta alle persone, in particolare alle esigenze specifiche di chi più è in difficoltà. Dovrà essere meno duro, meno sordo e meno intransigente di quanto non sia stato Muller. E sui pedofili?

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