Il New York Times accusa Papa Ratzinger di inazione sugli abusi sessuali dei preti

Nella sua lunga lotta contro gli abusi sessuali, il Vaticano cita spesso come una svolta importante la decisione nel 2001 di dare all’ufficio del cardinale Joseph Ratzinger, la Congregazione per la Dottrina della Fede, l’autorità di eliminare le paludi burocratiche e gestire direttamete i casi di abusi sessuali.

La decisione, scrive il New York Times, contenuta in una lettera apostolica di Papa Giovanni II, diede al cardinale Ratzinger, ora papa Benedetto XVI, la reputazione di essere la persona all’interno del Vaticano che più chiaramente era cosciente della minaccia che i diffusi abusi sessuali rappresentavano per la Chiesa Cattolica Romana.

Ma, scrive il Nyt, documenti della chiesa e interviste con avvocati canonici e vescovi ha posto quella decisione del 2001 e i trascorsi del futuro papa in una nuova e meno lusinghiera luce.

Il Vaticano si mosse solo dopo che vescovi di Paesi di ligua inglese divennero così preoccupati della resistenza da parte di alti prelati della chiesa che il Vaticano convocò un incontro segreto per ascoltare le loro lamentele – uno straordinario esempio di prelati provenienti da tutto il mondo che chiedevano riforme ai loro superiori.

E quel che risultò da quell’incontro, contariamente a come è stato descritto dal Vaticano, non fu un netto tglio con le pratiche del passato. Fu invece una tardiva riaffermazione di vecchie procedure della chiesa che almeno un vescovo partecipe dell’incontro disse che erano state ignorate troppo a lungo.

Ma il futuro papa, adesso è chiaro, secondo il Nyt, fu egli stesso partecipe di irresponsabilità, diniego, ostruzionismo legale. Più di qualsiasi altro prelato vaticano, a parte Giovanni Paolo, era il cardinale Ratzinger che avrebbe potuto agire decisamente negli Anni Novanta per impedire che lo scandalo si ingrandisse in Paese dopo Paese, raggiungendo proporzioni, scrive il Nyt, ”che adesso minacciano di logorare il suo papato”.

Nel maggio del 2001, papa Giovanni Paolo rilasciò una lettera apostolica confidenziale ordinando che tutti i casi di abusi sessuali da parte di preti fossero immediatamente gestiti dall’ufficio del cardinale Ratzinger. La lettera era intitolata ”Sacramentorum Sanctitatis Tutela”, ovvero ”Salvaguardare la Santità dei Sacramenti”.

In una lettera allegata il cardinale Ratzinger, che si dice sia stato grandemente coinvolto nella scrittura della lettera apostolica, scrisse che le istruzioni del 1922 e 1962 che assegnarono al suo ufficio l’autorità di gestire i casi di abusi sessuali ”sono ancora valide”.

Il significato di quella frase, a giudizio degli esperti, è che i vescovi cattolici nel mondo, che così a lungo sono stati confusi riguardo ai casi di molestie, avrebbero semplicemente potuto e dovuto sempre riferirli alla Congregazione per la Dotrina della Fede.

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