Pechino riduce l’export di terre rare del 35%: “preserviamo le risorse naturali”

terre rarePechino ha annunciato la riduzione del 35 per cento delle forniture di terre rare per il primo semestre del 2011, minerali preziosi per l’industria hi-tech di cui la Cina monopolizza la produzione. In un comunicato del ministero si è chiesto di non tentare di estrapolare la quota per l’intero 2011 a partire dai volumi assegnati ieri.

Il trattato che istituisce l’Organizzazione di Ginevra stabilisce l’impossibilità di divieto o di limitazione alla libera circolazione delle merci, comprese le quote di esportazioni, eccetto il caso in cui tali limitazioni siano collegate alla conservazione delle risorse naturali esauribili. Tali limitazioni giustificate devono però corrispondere ad una limitazione anche delle materie prime destinate alla produzione ed al consumo locale, e l’export di materie prime può essere ridotto destinando i prodotti all’industria nazionale se questo non costituisce una discriminazione nei confronti dei concorrenti stranieri.

La politica ecologica cinese, che giustifica la riduzione dell’export, non ha però convinto gli Usa: il rappresentante al commercio (Usrt) ha dichiarato che gli stati uniti sono “molto preoccupati per la restrizione all’export di terre rare da parte della Cina. Abbiamo già sollevato la questione con Pechino e continueremo ad occuparcene assiduamente”. La Usrt si è dichiarata preoccupata anche  in vista del fatto che i prezzi internazionali delle terre rare sono “enormemente al di sopra di quelli praticati sul mercato locale”.

La Cina è già oggetto di una procedura simile presso la Wto per l’export di magnesio e bauxite, dopo l’accusa di protezionismo da parte della Ue a cui si sono aggiunte Usa e Messico. Il governo cinese respinge comunque le accuse di protezionismo, sostenendo di aver limitato l’export per contrastare l’eccessivo sfruttamento delle risorse minerarie, e non per avvantaggiare le proprie imprese.

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