Pilota siriano diserta col suo Mig-21 e ottiene asilo in Giordania

Pubblicato il 21 Giugno 2012 - 19:18| Aggiornato il 11 Luglio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Mig-21 di fabbricazione russa

BEIRUT, LIBANO – Per la prima volta dallo scoppio della rivolta in Siria 15 mesi fa, un pilota dell’aeronautica militare di Damasco, il colonnello Hassan Hamada, ha disertato, dirottando il suo Mig-21 fuori dal Paese, in Giordania, dove ha chiesto e ottenuto asilo politico.

Dal terreno giovedi sono intanto giunte notizie di circa settanta uccisi in varie località del Paese e indiscrezioni di aperture russe per un’uscita di scena del presidente Bashar al Assad in cambio di immunità.

 E’ “un traditore della patria” il pilota del Mig-21 che ha oggi disertato”, riferisce l’agenzia ufficiale siriana Sana, citando il ministero della difesa di Damasco. La Sana precisa che le autorità lavorano ora con il governo di Amman per recuperare il Mig-21. Il pilota ha chiesto e ottenuto l’asilo politico in Giordania dopo aver trasferito la sua famiglia in Turchia. E’ atterrato all’aeroporto di Mafraq, nel nord della Giordania.

Gli americani intanto aumentano le pressioni sul presidente siriano. Il New York Times riferisce di una missione segreta di agenti della Cia al confine turco-siriano per selezionare gruppi ‘fidati’ di ribelli ai quali inviare armi evitando che finiscano nelle mani di formazioni terroristiche.

Invano sono invece proseguiti anche oggi i negoziati tra il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) e la Mezzaluna rossa siriana con le forze governative e i ribelli per riuscire a portare in salvo migliaia civili intrappolati da giorni nei quartieri centrali di Homs, roccaforte dell’Esercito libero (Esl), e bombardati senza sosta dai lealisti.

Sul piano diplomatico, dopo i colloqui bilaterali dei giorni scorsi in Messico tra i rappresentanti occidentali e il presidente russo Vladimir Putin, la stampa di Londra riferisce di primi spiragli per un’intesa tra Gran Bretagna, Stati Uniti e Russia, che prevede l’esilio di Assad in cambio della sua incolumità e immunità giudiziaria.

“Ma è difficile vedere la possibilità di una soluzione negoziale in cui il primo responsabile dell’eccidio è disposto ad andare volontariamente davanti alla Corte internazionale dell’Aja”, ha detto un funzionario britannico citato dal quotidiano The Guardian.

Secondo Mosca però non è stata raggiunta alcuna posizione comune. Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha smentito quanto affermato dal premier britannico David Cameron su un presunto cambiamento della posizione di Mosca: “E’ una pura invenzione”, ha detto Lavrov. Le indiscrezioni del Guardian sono però riprese anche da altri giornali londinesi, come il Times e The Indipendent.

Citando autorevoli fonti del governo di Londra, si fa riferimento alla possibilità che Assad si rifugi in Iran o in Russia, mentre a Ginevra si terrebbe, già entro la fine del mese, una “conferenza di pace” sulla Siria.

Ipotesi a cui non credono i ribelli dell’Esercito libero e quelli di altre fazioni che si formano di giorno in giorno nelle roccaforti della rivolta armata e che rivendicano con sempre maggior frequenza le azioni contro “le bande criminali di Assad”. Il Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc, vdc-sy.org) ha riferito l’uccisione nella repressione governativa e in scontri armati tra governativi e ribelli di 67 persone, per lo più civili.

Homs, Duma (sobborgo di Damasco) ed Enkhel (Daraa) sono le località più colpite, accanto alle regioni di Idlib, Dayr az Zor, Aleppo e Hama. Tra le vittime giovedi si contano quattro bambini e tre donne. Il Vdc fornisce le generalità e i dettagli di ciascuna persona uccisa. L’agenzia ufficiale Sana riferisce dal canto suo di funerali di 20 tra agenti e militari uccisi in date e luoghi non precisati da ribelli armati.