ROMA – Premier indiano Modi da Obama, giudice Usa lo convoca per fatti del 2002. Non è sempre detto che affari e diritti, business e principi, siano interessi concorrenti e alternativi. Dove prevale la ragion economica, quella umanitaria soccombe, come sembra essere avvenuto nel caso dei marò italiani trattenuti agli arresti in India. Non è detto, appunto, basta guardare la giustizia americana che ha citato a comparire addirittura il premier indiano Narendra Modi per fatti del 2002 avvenuti nella regione del Gujarat. Ne parla con dovizia di particolari il New York Times.
Succede che una corte federale di New York ha accettato di occuparsi degli scontri avvenuti più di dieci anni fa nello stato all’epoca amministrato dall’attuale primo ministro indiano. Su istanza di cittadini indiani di religione musulmana diventati americani, il tribunale vuole capire se durante gli scontri religiosi dove furono massacrati membri della minoranza islamica, l’allora governatore non sia stato colpevolmente lento nel sedare la rivolta o abbia qualche responsabilità negli omicidi extragiudiziali di alcuni esponenti, oggetto della denuncia.
Modi da mesi ha preparato una visita in grande stile negli Usa, una vera e propria offensiva diplomatica per un tour de force di quattro giorni concentrata soprattutto sugli affari economici e commerciali. Il leader della destra indiana, che come governatore del Gujarat era stato dichiarato persona non grata da Washington (da 2005), si presenta con una fitta agenda di 30 appuntamenti.
Circostanza appresa anche dal tribunale che, infatti, un paio di giorni prima del suo arrivo previsto il 27 settembre ha diramato la citazione in tribunale del premier, atteso tra gli altri da Obama, Biden, Kerry ecc…