MOSCA – Si sta rivelando un doloroso boomerang il gala benefico in cui a dicembre Vladimir Putin aveva aggiunto l’ammiccante icona di ”premier cantante” alla sua già ricca galleria di immagini di statista forte ma anche poliedrico e brillante: da tre giorni diversi media si interrogano su che fine abbiano fatto i soldi della serata beneficenza di San Pietroburgo assurta agli onori delle cronache – e soprattutto di Youtube – proprio grazie alla performance musicale del premier russo davanti a un parterre di vip, attori e bellezze del grande schermo. Putin, non certo noto per doti canore o strumentistiche, aveva suonato al piano un inno patriottico e cantato qualche strofa di “Blueberry Hill” accompagnato da una una jazz band e confrontandosi così con le interpretazione di Louis Armstrong e Fats Domino.
La serata era stata presentata come galà di beneficenza con l’evocativo titolo di ”Credi in un sogno”, inteso come quello di bambini malati di cancro che cercano di salvarsi in tre ospedali pediatrici russi, destinatari delle donazioni. All’evento nella ex capitale degli zar di Russia avevano partecipato fra gli altri Alain Delon, Sharon Stone, Mickey Rourke, Monica Bellucci, Kevin Costner e Ornella Muti, quest’ultima seduta al tavolo con Putin che in passato si era già fatto ritrarre nei più diversi panni: jodoka, cavallerizzo, pilota d’aereo, cacciatore di balene (a fini scientifici) e di tigri (ovviamente solo con fucile al sedativo).
L’icona di Putin-singer però ha iniziato a offuscarsi la settimana scorsa quando Olga Kuznetsova, mamma di un ragazzina di 13 anni in cura a San Pietroburgo, ha denunciato in un lettera aperta che il suo ospedale, tre mesi dopo il galà, non ha ancora visto un rublo. Nella lettera si adombra che il fine della serata fosse quello di esaltare le doti putiniane più che di aiutare i piccoli malati.
Oggi l’autorevole quotidiano Kommersant conferma che i primari dei tre ospedali interessati dichiarano di non aver ancora ricevuto nulla e che solo Gerard Depardieu ha inviato direttamente una donazione. L’attore francese, evidentemente, non si fidava molto dell’ente organizzatore: chiamato ”Federazione”, era stato fondato solo pochi giorni prima del concerto del 10 dicembre. Altri media incalzano: l’ente non e’ registrato, non ha sito internet, e il suo presidente, Vladimir Kiselyov, sebbene sia ”amicone di Putin”, ha una dubbia reputazione a causa di un fermo di polizia e di una stretta collaboratrice posta dall’Interpol di Riga nella lista di ricercati per una piramide finanziaria.
Il portavoce di Putin ha confermato che i fondi erano stati raccolti per tre ospedali, uno a mosca e due a San Pietroburgo, ma ha sottolineato che serve tempo per trasferirli sotto forma di attrezzature mediche. Ad accrescere i dubbi sono però dichiarazioni di una portavoce dell’ente che ha negato i fini di beneficenza della serata.
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