Putin e Lavrov, attenti a quei due, lo zar e il suo bulldog: soli e abbandonati, il loro destino politico ha i mesi contatI.

Putin e Lavrov, attenti a quei due, lo zar e il suo bulldog: soli e abbandonati, il loro destino politico ha i mesi contati

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Novembre 2022 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA
Putin e Lavrov, attenti a quei due, lo zar e il suo bulldog: soli e abbandonati, il loro destino politico ha i mesi contatI.

Putin e Lavrov, attenti a quei due, lo zar e il suo bulldog: soli e abbandonati, il loro destino politico ha i mesi contatI.

Putin e Lavrov, attenti a questi due, lo zar e lo scudiero. Soli e abbandonati, perciò disperati e, in quanto tali, pericolosi. Capaci di tutto.

Ecco perché l’incidente dei missili sulla Polonia – martedì sera 15, due morti – è stato, sulle prime, inquadrato come un attacco alla Nato, seppur con tutte le cautele del caso. Poi Stoltenberg ci ha messo una pezza, con uno straordinario equilibrismo diplomatico, e il caso è passato in cavalleria.

Comunque la Nato ha raddoppiato la presenza nel Baltico e nel Mare del Nord. Certo, è stato detto dagli atlantici, ”quei due missili non erano russi, ma in ogni caso la colpa è di Mosca”. Incidente, ok, “ma a causa della guerra “.

LO ZAR PUTIN ADESSO È PROPRIO SOLO

Sono le conseguenze di due sonori ceffoni: la ritirata  da Kherson e l’insulto di “falso zar”che gli ha sbattuto in faccia il suo fanatico sostenitore Aleksander Dugin al grido “il sovrano paga gli errori con la vita”. Putin lo ha perdonato e gli ha pure regalato un appartamento al 20esimo piano di un esclusivo  palazzo nel centro di Mosca. 

Già che era in vena gli ha pure regalato una camionetta blindata di rappresentanza. Segno che i sostenitori sono sempre più merce rara. Se lo dovesse mollare anche il patriarca Cirillo, sarebbe la fine. E ci sono altri due punti che pesano sul destino di Vladimiro: il gelo del presidente cinese Xi e la frustata del letterato André Marcowicz.

Il cinese da Bali gli ha detto di piantarla con il “giocherellare con il nucleare”. Marcowicz picchia duro e dice apertamente che Putin è in “progressiva disgrazia “.

LAVROV EVITATO DA TUTTI AL G20 DI BALI

Il ministro degli Esteri Lavrov, il bulldog dello Zar, ha lasciato il summit indonesiano anzitempo. No, il check up fatto all’ospedale di Denpasar, peraltro  rapido, non  giustifica il veloce rientro a Mosca(anche per dirne due all’ambasciatore di Varsavia subito convocato). La verità è un’altra.

Sta di fatto che a Bali tutti lo hanno evitato. Tutti temevano di essere fotografati con lui; per questo non è stata fatta la foto ufficiale. Il vecchio Lavrov, capita l’antifona, ha tolto il disturbo. E,fiero l’occhio e svelto il passo, è tornato in Russia. Avendo fatto per dieci anni l’ambasciatore  a New York presso le Nazioni Unite ha compreso immediatamente quanto fosse ingombrante e ha fatto dietrofront.

D’altra parte c’era e c’è la necessità di raffreddare il  clima moscovita lacerato da una spaccatura  profonda e apparentemente insanabile. La spaccatura tra la classe dirigente e ricca che vuole riprendersi lo status quo ante guerra; e gli ideologi, meno ricchi (e quindi con meno da perdere) che vogliono la guerra ad oltranza con tutte le armi possibili, senza eccezioni.

Viceversa i dirigenti sono per una politica di cauta apertura alle trattative di pace. E su entrambe le fazioni piovono i dati sul progressivo deterioramento economico del Paese. Conclusione: il destino politico di Putin e il suo bulldog ha i mesi contati.