Regeni, da Gasparri altolà a Fico: “Verità ma senza rotture”

Giulio Regeni (foto Ansa)
Giulio Regeni (foto Ansa)

ROMA – Regeni. Gasparri, verità ma no alle rotture diplomatiche, sono un grave errore. E in fondo al percorso ci sono i Fratelli Musulmani.

Rischia di causare un grave incidente diplomatico il caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano, che si trovava in Egitto per svolgere una studio per conto dell’università inglese di Cambridge, trovato ucciso il 3 febbraio del 2016 nei pressi del Cairo con evidenti segni di torture.

È di pochi giorni fa la dichiarazione del presidente della Camera Roberto Fico di volere interrompere i rapporti diplomatici col Parlamento egiziano perché il Governo del Cairo non avrebbe fornito gli elementi per una vera svolta nelle indagini, anche se al momento sette agenti, appartenenti ai servizi segreti egiziani, saranno iscritti nel registro degli indagati per sequestro di persona dalla Procura di Roma.

Dopo la presa di posizione di Fico però, il Parlamento egiziano “ha espresso il proprio rammarico per le dichiarazioni e l’atteggiamento ingiustificabile da parte del presidente del parlamento italiano”. Inoltre il segretario generale della commissione Affari esteri del Parlamento egiziano, Tarek El Khouly, precisando di esprimere “un’opinione personale”, ha ricordato che “trattiamo con gli altri paesi sulla base del principio di reciprocità” e che “Non possiamo che agire nello stesso modo”.

La volontà di proseguire la cooperazione giudiziaria tra le Procure di Roma e del Cairo era stata tuttavia rinnovata dall’ambasciatore dell’Egitto in Italia, Hisham Badr a cui il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, il 30 novembre, con una convocazione formale, aveva manifestato l’esigenza dell’Italia di fare piena luce sull’omicidio di Giulio Regeni.

Alla luce delle vicende di queste ultime ore, giova ricordare la posizione del politologo americano Edward Luttwak a pochi giorni del ritrovamento del corpo senza vita del ricercatore italiano. Si era espresso in maniera chiara sui modi e sulla necessità del mantenimento dell’equilibrio diplomatico tra i due Paesi, ritenendo che il governo italiano potesse agire “in maniera amministrativa, senza nessuna pubblicità o dichiarazioni ufficiali di ministri che possano suonare come critiche al governo egiziano” suggerendo di non picconare il governo egiziano perché “è quello che ha salvato l’Egitto e anche l’Europa dal regime dei Fratelli Musulmani, la più grossa minaccia esistente”.

Il governo egiziano avrebbe una funzione protettiva, aveva detto Luttwak. “E’ più che un alleato per l’Italia, una barriera protettiva, una diga. Un disappunto, una critica o qualsiasi dichiarazione italiana che eroda l’Egitto sono irresponsabili. Il governo italiano non deve dire niente”, ammoniva il politologo.

Anche il senatore di FI Maurizio Gasparri torna con forza sulla necessità di conoscere gli elementi necessari a far luce sulla morte di Giulio Regeni: “L’Italia deve esigere tutta la verità sul caso Regeni. E bene fanno, quelli che hanno i poteri, ad andare avanti nelle indagini senza guardare in faccia nessuno”.

Sottolinea ancora il senatore l’importanza di mantenere le relazioni con l’Egitto: “Tornare alla rottura dei rapporti con l’Egitto sarebbe una follia. Non solo per gli interessi energetici che l’Italia ha, ma anche per il ruolo fondamentale che l’Egitto di Al-Sisi ha nel controllo dei flussi migratori”. “Il Cairo collabora in maniera seria e fattiva per evitare che gli arrivi verso l’Europa si moltiplichino. E l’ho constatato personalmente quando, mesi fa, ho incontrato, insieme ad altri parlamentari italiani, il Presidente egiziano”, ha continuato il senatore.

E sull’importanza delle relazioni diplomatiche con l’Egitto e degli equilibri nel Mediterraneo e con il Medio Oriente dice: “Ricordiamoci che l’alternativa a persone come Al-Sisi sono i Fratelli Musulmani. L’Egitto ha già sperimentato una tragedia di questo tipo e non credo che il mondo abbia interesse a ripetere l’esperimento”. “Verità su Regeni ma rispetto per il popolo e le istituzioni egiziane. Le rotture parlamentari, politiche o diplomatiche sono un grave errore al quale non ci si deve in alcun modo associare”, ha concluso Gasparri.

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