Renzi all’Onu: “Italia pronta a ruolo guida in Libia”

Renzi all'Onu: "Italia pronta a ruolo guida in Libia"
Renzi all’Onu: “Italia pronta a ruolo guida in Libia”

NEW YORK – “L’Italia è pronta ad assumere ruolo guida in Libia”. Così il premier Matteo Renzi ha ricordato all’Assemblea Generale dell’Onu che non ci sono solo Siria e Iraq, ma anche l’Africa. Per l’Italia la priorità è la Libia e l’Africa sub-sahariana. L’agenda che viene fuori dall’assemblea generale dei 70 anni dell’Onu è fatta di interventi su Siria, Isis e le divergenze tra il presidente Usa Barack Obama e quello russo Vladimir Putin. Ma Renzi vira sul Mediterraneo, esprime la necessità di far sapere che la Libia non è stata dimenticata dall’Onu, che i libici “non sono soli” e ha lanciato un appello perché “tutte le parti in Libia” aspirino ad una pace duratura.

Renzi ha aggiunto che “l’Italia è pronta a collaborare con un governo di unità nazionale nei settori chiave”, oltre ad essere pronta ad assumere, “se il governo libico lo chiederà, un ruolo guida per un meccanismo di assistenza e stabilizzazione con il sostegno della comunità internazionale”.

E fa di più, candida l’Italia a ottenere un seggio nel consiglio di sicurezza dell’Onu, contro i nostri avversari Svezia e Olanda, nel 2017. Chiede che a Roma venga assegnato un ruolo di “custode della cultura nel mondo, con azioni ‘United for heritage’, cioè una task force internazionale con membri militari e civili per ricostruire i beni storici e artistici” distrutti nelle guerre e dall’Isis.

Poi sempre in tema di emergenza migranti, ci tiene a prendere le distanze da certe prove di forza muscolare, come il muro eretto dal premier ungherese Viktor Orban: “L’Italia – ha precisato Renzi – è un popolo generoso e responsabile, che ogni giorno si impegna nel salvataggio di centinaia di fratelli nel mediterraneo. L’Unione Europea – ha rimarcato il premier – è stata un miracolo e per chi, come me, ha assistito da ragazzo al crollo muro di Berlino, l’idea di nuovi muri è intollerabile. L’Ue è nata per abbattere muri, non per costruirne“.

“Noi siamo stati i primi – ha rivendicato Renzi – a cogliere la dimensione epocale di quel che stava avvenendo. La questione dei rifugiati non è una questione di numeri o un problema organizzativo. Il problema vero è la paura che attraversa la nostra società. Ma l’Europa è nata per sconfiggere la paura”.

Quanto alla crisi siriana, Renzi ricalca in un certo senso la dura reprimenda pronunciata ieri dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon: “Abbiamo preso atto del fallimento dell’inerzia in Siria e bisogna avere coraggio di guardare in faccia la realtà: l’Isis è un nemico pericoloso alle nostre porte”.

Parlando della delicata questione israelo-palestinese, Renzi ha detto: “Non c’è alternativa al dialogo, con l’obiettivo dei due Stati che vivano fianco a fianco in sicurezza”.

L’Italia “non si stancherà di lavorare per la moratoria sulla pena di morte”. Su questo “riprendo le parole del Santo Padre qui e al Congresso Usa”, ha sottolineato il premier. “La vecchia Europa, nata sul coraggio, non ceda alla paura. L’Italia farà la sua parte”, ha concluso orgogliosamente.

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