Ex-consigliere di Reagan: ”Putin ci riporterà alla guerra fredda”

Richard Perle

WASHINGTON, STATI UNITI – Quando Ronald Reagan suscitò un putiferio internazionale definendo l’Unione Sovietica ”l’impero del male”, il suo sottosegretario alla difesa era il ”falco” Richard Perle, che non sembra affatto aver perso gli artigli, anche dopo la dissoluzione dell’URSS.

”Dopo un inizio cauto, in apparenza persino conciliante, Putin ci ha riportato ai tempi della guerra fredda. Temo che sara’ cosi’ anche nei prossimi anni”, ha affermato Perle, uno dei più stretti consiglieri di Reagan, secondo quanto riferisce il sito newsmax.com all’indomani della vittoria alle elezioni russe di Vladimir Putin.

”E’ come se Putin non avesse mai digerito la sconfitta dell’Unione Sovietica – dice Perle – come se volesse una rivincita”. Il presidente russo ”ha dimostrato di essere rimasto in fondo un agente del Kgb, della polizia segreta sovietica. Ha seguito una politica piuttosto repressiva in casa – sottolinea Perle – e aggressiva fuori, dando anche l’impressione di volere ricostruire l’impero comunista”.

Secondo l’ex sottosegretario alla difesa ”l’opposizione non e’ ancora abbastanza forte da dimezzarne il potere. E non dubito che Putin la reprimera’, anche se cerchera’ di mascherarlo”.

L’ex-sottosegretario reaganiano, attualmente docente al think-tank conservatore American Enterprise Institute, se la prende anche con l’amministrazione del presidente Barack Obama, che invece di cercare di convincere i repubblicani ad una rapida ratifica del trattato con i russi per la riduzione delle armi strategiche, ”dovrebbe gettare il trattato nel cestino della carta straccia perchè è pieno di difetti, e non è certo quello che il presidente Reagan avrebbe cercato di ottenere”.

Secondo Perle il trattato è carente nel settore delle verifiche. ”Per esempio – precisa – noi abbiamo il diritto di ispezionare solo i siti nucleari dichiarati dai russi, il che rende ridicola l’idea delle ispezioni in loco”. Perle così prosegue: ”Immaginate se una simile causola fosse voluta dall’Iran o dalla Corea del Nord. Alla fine dei conti, si tratta di un trattato che lascia aperti numerosi dubbi”.

 

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