Russia: arruolato a forza chi protesta. Ucraina occupata, ti bussano alla porta: tu voti per noi o per i nazisti?

Nella Russia del 2022 che sempre più somiglia alla Germania degli anni Trenta del secolo scorso chi protesta contro la guerra, anzi contro la decisione di scatenarla la guerra, se preso dalla polizia passa direttamente dal bus con cui la milizia lo porta via alla caserma. Sì, alla caserma. Arruolato a forza. A qualcuno questo feroce contrappasso, questo massima ed esemplare punizione per i disobbedienti piacerà pure. Non solo in Russia, d’altra parte la Germania degli anni Trenta del secolo scorso conosceva grande adesione popolare al regime che faceva fuori, letteralmente, dissidenti e devianti. E negli altri paesi europei non mancavano certo gli estimatori dei regimi dalla mano forte, fortissima, violenta.

Non deve quindi sorprendere che anche qui e oggi Putin affascini una parte della pubblica opinione, non nonostante la sua violenza di Stato ma proprio per il suo essere dittatore bastonatore delle libertà. Chi non è d’accordo con la guerra e lo dice spedito a farla la guerra: così è in Russia e a qualcuno piace in Italia, a qualcuno tra la gente, tra la gente comune, tra gli italiani che troppo si fregiano della qualifica di brava gente.

Referendum porta a porta

Oggi nelle zone, nelle terre d’Ucraina occupate dalle truppe russe dopo l’invasione armata comincia un referendum. O meglio una rappresentazione che al meglio illustra l’idea di libertà e volontà popolare e diritto secondo Mosca. Ti bussano porta a porta, sono quelli della polizia locale. Ti invitano a votare per il referendum, un invito che non si può declinare. Risolto così il problema dell’astensione come arma di rifiuto dell’annessione alla Russia. Poi ti danno una scheda: puoi dire Sì all’adesione alla “Nuovarussia”, diventare Russia, quella Russia che è già lì in armi e divisa. Oppure puoi, liberamente (!) votare per restare con i “nazisti” di Kiev. Mentre liberamente voti noi aspettiamo qui…Comprensibilmente Putin non ha dubbi sull’esito dei referendum. A qualcuno anche qui in Italia in fondo non dispiace il metodo, in fondo è una forma di democrazia sbrigativa, quella per cui batte il cuore dei tanti che le istituzioni, lo Stato, i Parlamenti son tutto “casta loro” contro “gente noi”.

Il miraggio della fuga dei russi. Tre su quattro non hanno passaporto

In Occidente miraggio che piace: la fuga dei russi da Putin. Lo vedi che il fronte interno c’è? Lo vedi che la gente russa vota con i biglietti aerei e con le code di decine di chilometri per andarsene oltre il confine? Lo vedi che c’è opposizione di gente, di popolo alla guerra? Quel che non si vuol vedere è il miraggio: dalla Russia fuggono solo e soltanto piccoli segmenti di popolazione urbana, acculturata e benestante. Quelli di cui Putin ha detto di poter, anzi voler fare a meno. Li ha definiti “moscerini da sputare via”. E comunque il 74% per cento dei russi mom dispone di passaporto per andare all’estero.

I figli del regime e i figli delle democrazie

Peskov, portavoce di Putin. Al figlio una telefonata-beffa: lei è stato richiamato alle armi! Peskov junior non si scompone, ci casca ma non si scompone: di me si occuperà chi di dovere ai piani alti…Per gli ammiratori dei regimi pugnaci mentre le imbelli democrazie… vale la pena di ricordare che i figli delle case regnanti nello slombato Occidente quando c’è una guerra vanno a combattere. I figli del putinismo vanno ad imboscarsi.

Questo non è un bluff…vogliono distruggere e saccheggiare la Russia

Questo non è un bluff ha detto e rimarcato Putin quando ha minacciato il ricorso ad “ogni mezzo e ad ogni arma”. Nello stesso discorso il racconto ai russi secondo cui l’Occidente vuole, anzi dichiara apertamente di voler “distruggere e saccheggiare la Russia”. E’ il linguaggio, è la postura, è la propaganda, sono le motivazioni e l’ideologia della Germania degli anni Trenta del secolo scorso. Fa paura dirlo, dà fastidio constatarlo, produce incredulità nel momento stesso in cui lo si vede con chiarezza. Sembra un vizio pigro della mente quello di vedere nel regime oggi in Russia una modalità storica dello stesso fenomeno che prese forma nella Germania anni Trenta del secolo scorso. Sembra…ma non è.

C’è tutto a Mosca oggi di quello che ci fu a Berlino: la teoria del sangue e della terra, l’ovunque sangue e lingua russa lì è Russia, lì è sacra patria da redimere e liberare, lo spazio vitale da conquistare, l’odio e il disprezzo delle democrazie corrose dall’immoralità, la certezza che non combatteranno perché le democrazie credono in disvalori quali le libertà individuali, l’ossessione-alibi dell’accerchiamento, il complotto demo-plutocratico ai danni della nazione santa, la Chiesa che benedice la dittatura, il nazional cristianesimo, l’esaltazione della forza militare, le forze armate in realtà minate dalla corruzione praticata dai gerarchi, le fermezza nel mandare la gente a morire in guerra, il condurre la guerra in modo feroce senza disdegnare rastrellamenti ed esecuzioni di civili refrattari al nuovo ordine. C’è tutto oggi a Mosca quel che ci fu a Berlino e per questo, non nonostante questo, c’è a Roma e in altri luoghi d’Europa chi porta rispetto o ammirazione per Putin e chi pensa che convenga soddisfarlo. Anche un secolo fa era pieno di chi rispettava o ammirava o pensava fosse utile e giusto accordarsi e accomodarsi con Hitler.

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