MOSCA – Il ministero degli Esteri russo bolla i resoconti sull’attacco chimico a Idlib, in Siria, come “fake” e rigetta la risoluzione Onu presentata da Washington. “Gli Stati Uniti hanno presentato una risoluzione al consiglio di sicurezza dell’Onu basandosi su dei rapporti falsi”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. La replica degli americani non si è fatta attendere, minacciando di essere pronti all’azione: “Quando l’Onu non riesce a portare avanti il suo dovere di agire collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per conto proprio”
“La bozza di risoluzione complica i tentativi di una soluzione politica alla crisi, è anti-siriana e può portare a una escalation in Siria e nell’intera regione”, sottolinea la Russia, che “rigetta in modo categorico” la bozza di risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Siria.
Mosca ha definito “provocatorie” le accuse di alcune nazioni occidentali secondo cui il governo siriano ha usato armi chimiche nella provincia di Idlib e ha definito come “inaccettabile” la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu proposta da Francia, Stati Uniti e Regno Unito. “Tutta questa situazione non è altro che una provocazione”, ha detto la fonte del Ministero degli Esteri, aggiungendo che “la bozza di risoluzione suggerita dai tre Paesi non è accettabile così com’è”.
“Durante i lavori al Consiglio di sicurezza dell’Onu, la Russia come minimo presenterà in maniera ben argomentata i dati menzionati dal nostro ministero della Difesa”, ha in seguito dichiarato il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, riferendosi alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu proposta da Francia, Stati Uniti e Regno Unito.
Il ministero della Difesa russo spiega quanto accaduto ieri nella provincia di Idlib, dove sono morte decine di persone, sostenendo che una città in mano ai ribelli nel nord della Siria sia stata esposta ad agenti tossici provenienti da un arsenale ribelle colpito da un bombardamento aereo siriano.
L’ATTACCO DELLA TURCHIA – E mentre la Russia rinnova il suo sostegno a Bashar al Assad, la Turchia di Recep Tayyip Erdogan attacca Mosca e Teheran, alleati del leader sciita. “Dopo l’attacco chimico compiuto ieri dall’aviazione del regime siriano nella città di Khan Sheykhun a Idlib”, la Turchia ha “portato all’attenzione” delle ambasciate di Russia e Iran ad Ankara che si tratta di “una violazione molto grave degli accordi per il cessate il fuoco”, ricordando “le responsabilità degli altri due Paesi garanti” della tregua di Astana e spiegando che “violazioni del genere mettono estremamente a rischio la prosecuzione del cessate il fuoco”, ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara, Huseyin Muftuoglu.
La Turchia ha anche chiesto, attraverso il vicepremier turco Veysi Kaynak, che l’Organizzazione mondiale della sanità “o altre organizzazioni internazionali” partecipino all’autopsia dei tre morti siriani in territorio turco. Mentre Erdogan ha attaccato direttamente Assad: “In Siria sono stati uccisi bambini con armi chimiche. Assassino Assad, come ti libererai di loro? Come pagherai, mentre il mondo resta in silenzio, le Nazioni Unite restano in silenzio?”.
PARIGI: “CRIMINI DI GUERRA” – La Francia parla di crimini di guerra. “Stiamo parlando di crimini di guerra, crimini di guerra con armi chimiche”, ha detto l’ambasciatore francese all’Onu, Francois Delattre, a margine della riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria. “Siamo chiari – ha aggiunto – l’attacco nella provincia di Idlib è avvenuto in una zona dove operano l’esercito e l’aviazione siriana”.
Durante la riunione, Delattre ha affermato che dopo sei anni di conflitto in Siria, nei quali vi è stato un confermato e ripetuto uso di armi chimiche da parte del regime di Assad contro il suo popolo, questo attacco “apre una nuova spirale nella discesa verso l’abisso” della guerra siriana, “ed è una nuova prova della barbarie in corso” nel Paese.
“Anche chi sostiene il regime di Assad non può prevenire questi barbari attacchi”, ha chiosato, affermando che chi difende il regime è un indiretto partecipante. “La mancanza di azione non è un’opzione, la nostra credibilità come stati membri è in gioco”, ha sottolineato, ribadendo che “è giunto il momento di agire collettivamente nel Consiglio di Sicurezza”.