MOSCA, RUSSIA – Si è conclusa l’inchiesta sull’omicidio della giornalista russa di opposizione Anna Politkovskaia, uccisa da un sicario sotto casa a Mosca il 7 ottobre 2006: lo ha annunciato Vladimir Markin, portavoce del comitato investigativo russo.
Le persone che saranno portate in tribunale sono cinque: i fratelli ceceni Rustam, Ibragim e Dzhabrail Makhmudov – presunto killer – il loro zio Lom-Ali Gaitukayev e l’ex dirigente della polizia moscovita Serghiei Khadzhikurbanov. Prosegue invece l’inchiesta sul mandante, o mandanti, di cui non si sa nulla.
”Gli investigatori hanno raccolto prove sufficienti per stendere un atto d’accusa e hanno annunciato che l’inchiesta preliminare e’ stata conclusa”, ha spiegato Markin. ”Continua invece – ha aggiunto – l’indagine contro quelli che hanno ordinato il delitto e altre persone non ancora identificate”. Tra i cinque accusati non figura l’ex tenente colonnello Dmitri Pavliucenkov, che aveva organizzato il pedinamento della giornalista e che poi ha collaborato con gli investigatori come ‘pentito’, ottenendo gli arresti domiciliari e lo stralcio della sua posizione.
I figli della vittima avevano chiesto che gli fosse revocato lo status di collaboratore di giustizia e che fosse processato insieme agli altri, ritenendo il suo contributo all’indagine poco utile e opportunistico. In primo grado i fratelli Ibragim e Dzhabrail Makhmudov erano stati assolti per insufficienza di prove insieme a Khadzhikurbanov, mentre Rustam era ancora latitante e il loro zio Gaitukayev era stato sentito nel processo in qualita’ di teste.
Poi la corte suprema aveva annullato la sentenza per gravi vizi procedurali e pochi mesi dopo, accogliendo un ricorso della famiglia Politkovskaia, aveva sospeso il processo bis appena iniziato inviando gli atti alla procura per unificarli con l’inchiesta sul mandante e sul presunto killer, Rustam Makhmudov, che nel frattempo era stato catturato in Cecenia.