MOSCA – Mentre il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista al quotidiano tedesco Bild accusa la Nato di non voler collaborare con Mosca, il ministero della Difesa annuncia che entro il 2016 la Federazione lancerà almeno sedici missili balistici intercontinentali.
I test, spiega Mosca, coinvolgeranno tutti i 40 reggimenti in servizio e sono stati programmati insieme a 100 esercitazioni che vedranno il coinvolgimento della Marina e della Aviazione.
Secondo quanto scrive Franco Iacch su Difesa Online, i primi ad essere lanciati saranno i missili balistici Bulava, destinati ad equipaggiare l’intera classe Borey, che dovranno essere messi nelle condizioni di poter svolgere il loro compito primario: la deterrenza nucleare.
I test riguarderanno anche i missili Topol-M, che, secondo quanto scrive Iacch su Difesa Online, sarebbe immune allo Scudo Antimissile americano (ABM).
Questi missili sono in grado di compiere brusche virate, rilasciare falsi bersagli e schermare ogni tipo di attacco Emp o Laser. Possono essere abbattuti praticamente solo durante la fase di spinta, cosa che potrebbe essere fatta dai sistemi di difesa americani di base in Polomia. Come scrive Difesa Online,
“Verosimilmente, il ‘Topol-M’ con i suoi 10 mila km di gittata, potrebbe colpire impunemente qualsiasi parte degli Stati Uniti”.
La Russia andrà avanti anche con altri test, come quelli sull’RS-24 ‘Yars’ (nome in codice Nato SS-29), missile balistico intercontinentale di quinta generazione, ideato in risposta all’installazione dello scudo missilistico della Nato in Polonia.
Spiega Difesa Online:
“L’RS-24 è dotato di una testata Mirv in grado di trasportare testate multiple indipendenti progettate per eludere tutti i sistemi di difesa missilistica esistenti e colpire bersagli ad una distanza massima di dodici mila chilometri con un errore di 50 metri”.
Nel 2016 verrà probabilmente anche lanciato il prototipo del missile balistico intercontinentale pesante ‘Sarmat’, in fase di costruzione, che fa parte dei missili balistici intercontinentali termonucleari “super pesanti”.
I russi intendono sostituire entro il 2025 l’80 per cento dell’intero arsenale nucleare di terra con il Sarmat, più potente del Minuteman americano.