Putin sogna l’Urss e fonda l’Unione Euroasiatica

Vladimir Putin (Foto LaPresse)

MOSCA – Dopo aver annunciato di correre per un terzo mandato, aggiudicandosi così di fatto un periodo al Cremlino eguagliato solo da Stalin e Breznev, Vladimir Putin annuncia anche il suo grandioso progetto che va sotto il nome di Unione Euroasiatica, che altro non sarebbe della ricostruzione dello spazio, e non solo, dell’Unione Sovietica.

Ad annunciare la nuova Unione è stato lo stesso premier della Federazione Russa con un articolo pubblicato sul quotidiano filogovernativo “Izvestia”: “Proponiamo il modello di una potente unione sovrannazionale, in grado di diventare uno dei poli del mondo moderno e di svolgere un ruolo di efficace legame tra l’Europa e la dinamica regione Asia-Pacifico”, ha scritto Putin.

Quello che si prospetta è quindi un grande spazio economico comune con le ex repubbliche sovietiche, che dovrebbe dare vita, insieme alla’Unione europea, ad un unico mercato ”dall’Atlantico al Pacifico”, ”da Lisbona a Vladivostok”, ”condividendo gli stessi valori di libertà, democrazia e leggi di mercato”.

Come nota però sulla Stampa Enzo Bettiza, il modello geopolitico e geoeconomico illustrato da Putin esclude la filo-europea Ucraina, l’ostile Georgia e le ormai perse repubbliche baltiche, basandosi soprattutto sull’unione doganale in atto tra Russia, Bielorussia e Kazakistan, già unite a livello di dogana dallo scorso luglio.

Dal primo gennaio 2012 i tre Paesi daranno vita ad un mercato comune di 165 milioni di consumatori, con libera circolazione di merci, capitali e forza lavoro: una cifra non indifferente, seppur molti inferiore ai 500 milioni dell’Unione europea.

Putin ha anche annunciato il possibile ingresso nella nuova Unione di altri due ex satelliti centroasiatici,il Kirghizistan e il Tagikistan, il cui ingresso accentuerebbe la componente non europea non slava, bensì asiatica e islamica.

Nella nuova Unione non più Sovietica il collante potente un tempo fornito dall’acciaio verrebbe sostituito dall’energia, petrolio e gas in testa.

Lo stesso uomo che aveva definito il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 “la più grande catastrofe geopolitica del Ventesimo secolo”, e che aveva poi cercato di allontanare certi pensieri dicendo di non voler “ricreare l’Urss in una forma o nell’altra. Sarebbe ingenuo tentare di far rinascere o copiare qualcosa dal passato”, ora scrive: ”Noi proponiamo un modello di unificazione potente e sovranazionale, capace di diventare uno dei poli del mondo contemporaneo e di agire al contempo come un legame efficace tra l’Europa e la dinamica regione Asia-Pacifico”, ha spiegato, assicurando che non c’è contrapposizione con la Csi, la comunità di Stati indipendenti nata dalle ceneri dell’Urss.

Putin ha anche chiarito che ”la partecipazione all’Unione Euroasiatica consentirà ai propri membri di integrarsi in Europa più velocemente e con una posizione più forte”.

Il progetto di Putin corre parallelo a quello di un sistema di difesa antimissilistico comune euro-asiatico, da Lisbona a Vladivostok, ma per ora prevalgono ancora i contrasti con gli Usa sul loro progetto di scudo europeo.

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