Quelli che dicevano che resistere era inutile, anzi crudele, crudele verso la gente ucraina. Quelli che dicevano i russi troppo forti e quindi resistere è solo sciocca e autolesionista ostinazione. Quelli che intimavano agli ucraini di arrendersi per il loro bene. Erano tanti, in Italia cose del genere le dicevano o sussurravano sia dalle parti della Lega sia dalle parti di M5S. Ma l’arrendetevi ucraini e facciamola finita, arrendetevi ucraini all’ineluttabile era un’opinione diffusa a prescindere dai luoghi politici dove veniva coltivata.
Era, diceva di essere realismo. Realismo con contorno di opportunismo: fatela finita, arrendetevi ai russi più forti e così ci togliete di mezzo anche a noi il fastidio e i danni indotti a noi dalla vostra guerra prolungata dalla vostra, inutile, resistenza. Bene, la resistenza detta inutile sta vincendo e quelli che dicevano non dicono più, più non sanno cosa dire se non contare ci si sia dimenticati del loro: ucraini, arrendetevi! Per il vostro bene e, soprattutto, la nostra tranquillità.
Sconfitta russa
Nel Nord Est dell’Ucraina, nella fascia di territorio ucraino occupato a marzo dall’Armata di invasione russa ora avanza l’esercito ucraino. Alla riconquista e alla rivincita. Truppe ucraine hanno ripreso cittadine e villaggi a decine, si sono riportate a pochi chilometri dal confine con la Russia, hanno sorpreso e travolto sia i generali che le truppe di Putin. Da molte settimane lo Stato maggiore ucraino ha creato le premesse sul terreno per un attacco a sud, verso Kherson. Ha indotto così i comandi russi a rafforzare e presidiare quel fronte e invece l’attacco a Kherson era il più classico dei diversivi. Riuscito: l’attacco ucraino è arrivato a nord-est, nella zona di Kharkiv, geograficamente incombente sul Donbass. Attacco riuscito.
L’Armata debole
Abilità dei comandi ucraini, sostegno di intelligence che monitora movimenti e risorse russe, efficacia dei sistemi d’arma forniti dall’Occidente a Kiev, voglia e motivazione al combattimento da parte degli ucraini: tutto questo concorre al successo della resistenza ucraina che coglie una vittoria sul campo dopo sette mesi di guerra. Soprattutto però l’Armata debole, quella russa. Debole nella logistica, spesso le mancano non le munizione ma le razioni alimentari. Debole nella strategia: combatte soprattutto bombardando ma nello scontro ravvicinato arretra. Debole nei sistemi d’arma dove eccelle solo i quantità, Debole nei cieli dove dopo sette mesi non ha il controllo. Debole per mare dove ha subito colpi tremendi. Debole nelle motivazioni al combattimento.
Ma Putin non può perderla questa guerra
Ora Mosca ha silurato un generale, quello che era al comando della piazza conquistata dagli ucraini. Ora Mosca ammette la sconfitta sia pure in via indiretta, parla di ripiegamento per meglio dispiegarsi. Ora Mosca tenta di assorbire in qualche misura la rotta, la fuga delle sue truppe in prima linea. Ora la rotta russa potrebbe arrivare al Donbass, ora le truppe ucraine potrebbero puntare una penetrazione nel Donbass. I bombardamenti russi su tutta l’Ucraina subito intensificati sono vendetta e stizza di Mosca ma non sono ostacolo strategico a nuova avanzata ucraina. Putin la guerra d’Ucraina la sta perdendo ma perderla non può. Ricorrerebbe alla mobilitazione generale e/o all’uso di atomiche tattica, cioè a cortissimo raggio. Entrambe le scelte avvicinerebbero di molto la già più volte evocata, non a sproposito, terza guerra mondiale.
Sono gli ucraini a doversi fermare
Quindi una guerra che Putin non può perdere. Come non può perderla l’Ucraina la cui sconfitta sarebbe la sconfitta della Nato e dell’Occidente. Sono quindi in questa fase della guerra gli ucraini a doversi prima o poi fermare. Non nella resistenza all’invasore ma nella riconquista dei territori invasi. Possono a nord est arrivare fino al confine con la Russia, quello di prima del 24 febbraio, quello che divideva i due Stati. Possono, se ce la fanno, riprendersi Kherson al Sud e ristabilire anche qui una linea che ricalca la situazione pre 24 febbraio.
Ma al Donbass, anche se potessero avanzare, devono fermarsi. Fermarsi alla linea pre 24 febbraio, con buona parte del Donbass e la Crimea di fatto territori controllati dai russi e di fatto russificati. La linea di confine pre 24 febbraio 2022 è quella che potrebbe tracciare una tregua, una specie di tregua nella guerra. Tregua per impossibilità materiale di andare oltre da entrambe le parti. Tregua che non spegne la guerra, la congela. Tregua d’odio. Di meglio, qui e oggi nel mondo del possibile, per la guerra d’Ucraina non c’è.