MILANO – L’alta tensione tra Russia e Ucraina approda al Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocato per una riunione di emergenza oggi, lunedì 26 novembre, alle 11 del mattino di New York, le 17 in Italia, mentre a Kiev il presidente Petro Poroshoenko annuncia di voler proporre alla Rada suprema (o Consiglio supremo, il Parlamento ucraino) l’imposizione della legge marziale.
A riaccendere la mai sopita tensione tra la Russia e quella che un tempo era definita la “piccola Russia” è stato il sequestro di tre navi ucraine nel Mar d’Azov. Le tre imbarcazioni (un rimorchiatore che trainava altre due navi) sono state bloccate dalla Marina russa con l’accusa di non aver chiesto il permesso di transito dallo stretto di Kerch, unico collegamento marittimo con il mare di Azov, per dirigersi al porto di Mariupol, nell’oblast di Donesk.
Per le autorità russe questo gesto è un affronto che potrebbe causare un conflitto regionale, in una zona già da anni oggetto di contesa tra i ribelli separatisti filorussi e l’esercito ucraino. Kiev, da parte sua, ha accusato la Russia di aver aperto il fuoco, ferendo due marinai, prima di sequestrare le tre navi, e sostiene che Mosca fosse stata avvertita in anticipo del passaggio. Il presidente ucraino ha così deciso di chiedere alla Rada lo stato di emergenza, sostenendo che questo non include necessariamente la mobilitazione dell’esercito ma “dobbiamo essere pronti”, ha sottolineato.
Nella notte, intanto, ci sono state proteste davanti all’ambasciata russa a Kiev: 150 persone circa si sono radunate per manifestare contro il sequestro delle tre navi. Un’auto diplomatica è stata data alle fiamme.
Proprio sullo stretto di Kerch lo scorso maggio il presidente russo, Vladimir Putin, ha inaugurato il Ponte Crimeano, ponte stradale e ferroviario che collega la penisola di Taman, sulla terraferma russa, alla penisola di Kerch, in Crimea, annesso alla Russia nel 2014 ma riconosciuto a livello internazionale come territorio ucraino.