L’Iraq di Saddam Hussein considerava l’Iran una minaccia per la sua sicurezza e quindi fece credere al mondo di possedere armi di distruzioni di massa piuttosto che apparire vulnerabile, insomma un vero e proprio bluff, a quanto scrive il quotidiano israeliano Haaretz citando interrogatori dell’Fbi al rais ora disponibili.
”Saddam credeva che l’Iraq non poteva sembrare debole davanti ai suoi nemici, specialmente l’Iran, e che quindi doveva sembrare in grado di difendersi dalle aggressioni”, ha scritto l’agente speciale dell’Fbi George Piro negli appunti presi durante una conversazione con il rais avvenuta nel 2004.
Nei rapporti dell’Fbi, che sono stati resi pubblici giovedi, si legge che Saddam era più preoccupato che l’Iran scoprisse le sue debolezze di quanto non fosse per la reazione degli Stati Uniti quandò impedì di lasciare l’Iraq agli ispettori dell’Onu che cercavano armi di distruzione di massa.
A giudizio di Saddam, gli ispettori nei loro rapporti avrebbero permesso all’Iran di identificare i punti deboli delle difese irachene per infliggere il maggior danno possibile.
Saddam scatenò una guerra contro l’Iran che durò dal 1980 al 1988 e durante la quale l’allora presidente iracheno ordinò alle sue truppe di usare armi chimiche contro il nemico.
L’ex-presidente americano George Bush invase l’Iraq nel 2003, accusando Saddam di possedere armi di distruzioni di massa, che però non sono state mai trovate. Dopo la sua cattura nel dicembre del 2003, gli agenti speciali dell’Fbi interrogarono il rais una ventina di volte ed ebbero con lui almeno cinque ”conversazioni casuali”.
In queste conversazioni, scrive il Post, Saddam ha negato qualsiasi legame con Al Qaeda, definendo Osama bin Laden ”un fanatico”, ed affermando che in caso di attacco contro l’Iraq il suo più prezioso alleato sarebbe stata la Corea del Nord. Saddam è stato giustiziato il 30 dicembre del 2006.