Riforma Obama, ok dai giudici. La sanità pubblica “è americana”

Barack Obama (Foto LaPresse)

WASHINGTON – La Corte Suprema dà ragione a Obama: la sanità americana “può essere pubblica”. I giudici hanno promosso la riforma sanitaria voluta dal presidente statunitense. La riforma è stata promossa dalla Corte Suprema con 5 voti a favore e 4 contrari. Contro l’Obamacare si sono schierati i giudici Antonin Scalia, Anthony Kennedy, Clarence Thomas e Samuel Alito, tutti di nomina repubblicana. A sorprese il presidente John Roberts, un conservatore che ha scritto la sentenza, ha votato in favore. E ora questo risultato potrebbe “trascinare” Obama in vista delle elezioni di novembre.

La Corte Suprema ha detto sì alla riforma intera, compreso il discusso obbligo di avere un’assicurazione medica. La riforma prevede la copertura assicurativa obbligatoria per le spese mediche per tutti i cittadini statunitensi (cioè 30 milioni di cittadini) entro il 2014.

Con questa sentenza i giudici hanno sancita “l’americanità” della sanità pubblica, concetto da sempre avversato nel Paese, soprattutto da parte repubblicana.

La sentenza è una svolta inaspettata a favore del presidente Obama e si presenta particolarmente utile per Obama in vista delle elezioni di novembre. La riforma era stata varata dall’amministrazione Obama nel 2010, e si inserisce nella decennale battaglia dei democratici per un’assistenza sanitaria anche per i meno abbienti.

Il commento di Obama. ”E’ una vittoria per tutto il popolo americano. La riforma sanitaria deve essere ora attuata pienamente e migliorata se possibile. Ma non si torna più indietro”, ha detto Obama replicando al rivale repubblicano, Mitt Romney.

Obama ha ringraziato la Corte Suprema per una decisione che permette alla riforma sanitaria avviata nel 2010 di andare avanti. E ha espresso ”rispetto per le preoccupazioni di molti cittadini americani”. ”Non c’è chi ha vinto e chi ha perso. Credo che questa decisione sia buona per tutto il Paese e per tutto il popolo americano”, ha ripetuto. Con questa sentenza, ha spiegato il presidente ”è prevalso il principio che la gente che si può permettere l’assicurazione sanitaria avrà ora la responsabilità di acquistarla”.

Allo stesso tempo le fasce di popolazione più debole saranno maggiormente tutelate. ”Le assicurazioni non potranno più alzare i premi sulla base delle aspettative di vita e circa 13 milioni di americani godranno di uno sconto sulle polizze” grazie al meccanismo di co-partecipazione pubblica. E chi non si potrà permettere di pagare l’assicurazione – ha aggiunto Obama – potrà ottenere un credito.

Il commento di Romney. Se per Obama si trattava di “una cosa giusta da fare”, l’avversario alle presidenziali Mitt Romney aveva tuonato dicendo che si trattava di una riforma “da buttare”. Il candidato repubblicano e mormone aveva anche annunciato, prima della sentenza, che anche se fosse stata approvata lui l’avrebbe abolita,  ”perché la gente deve poter fare quello che vuole”.

E subito dopo l’approvazione ha ripetuto: ”Se verrò eletto presidente, il mio primo atto sarà quello di abolire l’Obamacare”. Romney ha definito la riforma ”inaccettabile” dal punto di vista sia dei conti sia della violazione della libertà personale. ”Se vogliamo abolire questa riforma – ha detto lanciando un appello agli elettori – dobbiamo mandare via Obama”. Secondo il candidato repubblicano la riforma sanitaria voluta da Obama crea disoccupazione, ”era un cattivo provvedimento ieri e lo è anche oggi”.

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