Undici morti, tecnici e ingegneri navali francesi a Karachi per lavorare per la messa a punto dei sommergibili venduti dalla Francia al Pakistan, stanno facendo allungare un’ombra di sospetti su Nicolas Sarkozy.
Era il maggio del 2002, gli undici erano su un autobus diretti ai cantieri quando una bomba li fece saltare in aria. Nessuno, sottolinea La Stampa, allora dubitò che si trattasse di un ennesimo attentato terroristico, soprattutto a meno di un anno dall’11 settembre, soprattutto nell’infiammato Pakistan. In realtà quelle undici bare hanno scoperchiato vecchie vicende, che potrebbero andare ad intaccare lo stesso Eliseo.
Proprio il nome del presidente francese è stato evocato nelle indagini sull’esplosione, legato a questioni di tangenti a società di comodo. Solo che dove c’è il nome del capo dello Stato c’è anche il vincolo del segreto di Stato.
All’origine della misteriosa vicenda ci sarebbe un affare dell’industria militare francese, la “direzione delle costruzioni navali” controllata dallo Stato, che nel 1995 vende tre sottomarini Agosta ai pachistani per 850 milioni di euro di oggi. L’affare è celebrato come un successo dall’allora primo ministro Edouard Ballur e dal suo braccio destro, il ministro del bilancio Sarkozy.
Per l’operazione vengono versati ai pachistani 83 milioni di euro di “commissioni”. Di questo si occupano come intermediari i libanesi Ziad Takkidiene, Abdulrahman el Assir e Jean-Marie Boivin, montatore di una società di comodo in Lussemburgo, la Heine, che è anche il circuito finanziario per i pagamenti.
Ma da subito gira la voce che parte di quei soldi sia tornato dove era partito, finendo a finanziare la campagna elettorale di Balladur. Inutilmente. Alle elezioni presidenziali del 1996 vince Jacques Chirac. Che subito ordina di indagare sulle commissioni e di non pagare più. In questo modo Chirac intendeva tagliare i fondi a Balladur e a Sarkozy. E in questo caso l’attentato che ha ucciso gli undici ingegneri sarebbe una vendetta dei servizi segreti pachistani, l’Isi, contro i mancati pagamenti.
Sarjozy nega di aver ricoperto un ruolo diverso da quello di portavoce nella campagna di Balladur. Ma il suo esecutivo continua a negare l’autorizzazione a togliere il vincolo del segreto di Stato sui documenti chiesti dai magistrati.
Ieri poi il quotidiano Le Parisien ha rivelato che da una perquisizione al ministero delle Finanze sarebbero emerse delle note inviate a Sarkozy durante la campagna elettorale del 2006 che conterrebbero dettagli sui movimenti di denaro di quell’operazione.
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