Scontro con Fatah, Hamas vieta Gaza a un 'blasfemo'

Pubblicato il 8 Gennaio 2012 - 19:49 OLTRE 6 MESI FA

TEL AVIV/GAZA, 8 GEN – Diretto dalla Cisgiordania verso Gaza per rafforzare gli accordi di riconciliazione palestinese, un dirigente di al-Fatah, Sakher Bseiso, e' stato costretto ieri a rientrare anzitempo a casa dopo essere stato accusato da Hamas di aver ''bestemmiato contro Dio''.

La notizia, riferita dal giornale di Hamas a-Risala, ha avuto grande eco nei Territori. Nella Striscia un attivista dei diritti civili, in forma anonima, ha accusato Hamas di imporre gradualmente alla popolazione uno stile di vita ''medioevale''.

La missione dei dirigenti di al-Fatah cisgiordani (oltre a Bseiso includeva Muhammad al-Madani, Rawhi Fattuh ed Ismail Jaber) sembrava destinata a rafforzare la distensione in casa palestinese. Pochi giorni prima un altro dirigente di al-Fatah, Nabil Shaath, aveva infatti cordialmente incontrato a Gaza un dirigente di Hamas, Mahmud a-Zahar. Ieri era stata anche annunciata la disponibilita' di massima delle due parti a liberare oltre un centinaio di detenuti politici, gia' fra un settimana.

Ma quando i dirigenti di al-Fatah hanno raggiunto il valico di Erez (Beit Hanun) fra Israele e Gaza, l'atteggiamento dei funzionari di Hamas li ha molto contrariati. ''Ci hanno fatto attendere oltre un'ora'' hanno protestato i primi. ''Ci hanno apostrofato con arroganza'' hanno lamentato i secondi. Quando Bseiso ha espresso le proprie rimostranze senza piu' peli sulla lingua, i funzionari hanno colto due parole che a loro parere dovevano essere interpretate come una bestemmia inaccettabile. Bseiso nega da parte sua di aver espresso frasi blasfeme. I dirigenti di al-Fatah hanno comunque fatto dietro-front e sono rientrati in Cisgiordania.

Intanto a Gaza City era gia' stato attivato il 'Ministero degli interni e della Sicurezza Nazionale'. Ed il banale diverbio era divenuto un 'caso'. La stampa odierna scrive che se tornasse a Gaza Bseiso rischierebbe ora di essere trascinato davanti ad una corte per vilipendio della religione. Fonti locali precisano che finora a Gaza nessuno e' stato condannato per blasfemia. Ma Hamas, aggiungono, non scherza: se qualcuno viene colto in flagrante in pubblico, rischia di essere condotto in un commissariato di polizia e percosso. La sensibilita' della questione non e' peraltro confinata alla sola Gaza di Hamas. Nell'ottobre 2010 i servizi di sicurezza di Abu Mazen arrestarono a Kalkilya (Cisgiordania) il 26.enne Walid al-Husseini, 'reo' di aver scritto nel suo blog ('Ateo Orgoglioso') di non credere piu' nell'Islam per un insieme di convincimenti filosofici. Due mesi dopo, secondo alcune fonti stampa, al-Husseini pubblico' una lettera in cui ammetteva di essersi sbagliato ed i cancelli del carcere si aprirono.