Scudo antimissile, Medvedev: “Il dialogo non è stato tempo perso”

SEUL – Anche se Usa e Russia non hanno cambiato la propria posizione, non è stato “tempo sprecato” quello impiegato nelle discussioni pro e contro l’installazione di uno scudo antimissile in Europa da parte della Nato, che Mosca considera una minaccia. Lo ha detto il presidente russo, Dmitri Medvedev, a margine di un incontro con il suo omologo statunitense Barack Obama a Seul, dove i leader delle due superpotenze partecipano a un summit sulla sicurezza nucleare globale.

“Ci siamo detti – ha spiegato Medvedev, citato dall’agenzia Ria Novosti – che non si è trattato di tempo sprecato. La cooperazione su tutti gli aspetti legati all’implementazione del progetto di uno scudo europeo di difesa antimissile dovrebbe essere più attiva. In ogni caso – ha concluso il leader del Cremlino -, certamente le nostre posizioni rimangono le stesse, ma il dialogo su questo tema non solo è possibile, ma necessario”.

In un vertice a Lisbona nel novembre del 2010, Mosca accettò la proposta della Nato di cooperare alla realizzazione dello scudo, ma solo su base paritetica, sottintendendo che un controllo americano o atlantico di futuri dispositivi comuni antimissile sarebbe stato in ogni caso inaccettabile per la Russia.

Russia e Stati Uniti dovrebbero agire in modo da evitare una guerra civile in Siria, ha detto il presidente russo Medvedev. “Dobbiamo agire – ha spiegato il leader del Cremlino – in modo da non creare grandi problemi e facendo in modo che la minaccia di una guerra civile, al momento esistente, non si materializzi”. Dall’inizio della rivolta in Siria, poco più di un anno fa, secondo l’Onu sono state uccise almeno 8.000 persone, mentre circa 30.000 profughi si sono riversati nei Paesi vicini. Il principale responsabile di questo massacro è considerato il presidente Bashar al-Assad, accusato dalla comunita’ internazionale di tentare di sedare la rivolta nel sangue.

La settimana scorsa, la Russia e la Cina hanno dato il loro assenso a una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in cui si sostengono le proposte dell’inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Kofi Annan. Tra queste, il ritiro delle truppe dalle citta’, il rilascio dei detenuti arrestati arbitrariamente e l’avvio di un processo democratico. Sembra però ancora lunga la strada per arrivare a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza in questo senso, dopo che Mosca e Pechino hanno posto per due volte il veto nei mesi passati.

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