Sì agli ispettori e uranio arricchito in Occidente. L’Iran ferma il conto alla rovescia verso la bomba

Javier Solana

Una sorpresa, una buona sorpresa e un mezzo passo avanti: forse l’Iran vuole trattare sul nucleare, al di là delle dichiarazioni bellicose. Forse la mossa degli occidentali, fatta con l’assenso di Mosca, di svelare la “centrale segreta” di Teheran e insieme aprire il tavolo dei negoziati in qualche misura funziona. Così che il primo round del vertice di Ginevra  tra i 5+1, cioè Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania, e l’Iran si chiude con risultati più promettenti del previsto.  L’Iran accetta due principi sui quali si può lavorare, innestare il “processo intenso” di cui parla Solana. I due principi sono: ispezioni libere e immediate nelle centrali iraniane e arricchimento dell’uranio fuori dall’Iran, in Usa, Russia o Francia. Se si controllano le centrali in Iran e se l’uranio viene arricchito sotto gli occhi, anzi in casa degli occidentali, si può avere la sicurezza che si nucleare pacifico.

Nelle prossime settimane gli ispettori dell’Agenzia per l’energia atomica (Aiea) potranno accedere all’impianto nucleare iraniano di Qom, quello tenuto nascosto da Teheran e svelato da Obama in persona.

Ad annunciarlo è stato l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue Javier Solana. La delegazione iraniana a Ginevra, ha affermato Solana,  ha concordato di voler «conformarsi in modo pieno ed immediato» alle richieste della comunità internazionale.

Altro segnale positivo è la disponibilità di Teheran, annunciata sempre da Solana, a far arricchire parte dell’uranio in altri paesi.  La disponibilità del governo iraniano era stata annunciata, il 30 settembre, dal presidente Mahmoud Ahmadinejad. E il primo giorno di colloqui conferma la volontà di Teheran di procedere verso un “disgelo” dei rapporti con i paesi occidentali.

L’atteggiamento di parziale apertura di Teheran è apparso chiaro già dalle prime ore del pomeriggio del 1 ottobre: nonostante le dichiarazioni della vigilia, l’Iran è arrivato a Ginevra con un atteggiamento negoziale possibilista. Non è la prima volta che Teheran “molla” un po’ per prendere se non altro tempo, il regime non è nuovo alla politica dell’elastico. Certezze dunque non ve ne sono, ma possibilità sì. D’altra parte la strada delle sanzioni è stretta: inefficaci, impopolari in Iran, osteggiate dalla Cina. E la strada dell’attacco militare è davvero l’alternativa del diavolo, sia per l’Occidente che per Teheran.

Il negoziatore del paese islamico Saeed Jalili, nel suo discorso introduttivo, ha affrontato il tema nucleare per rivendicare il diritto del suo paese all’energia atomica ma ha comunque accettato di discutere la questione. L’Iran e i paesi del 5+1 torneranno ad incontrarsi prima della fine di ottobre per un nuovo ciclo di colloqui.

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