Siria, ad Aleppo manifestanti si rifugiano nelle auto dell’Onu

Pubblicato il 18 Maggio 2012 - 20:51 OLTRE 6 MESI FA

BEIRUT – Nel venerdì in cui si è registrata "la più massiccia manifestazione anti-regime" ad Aleppo dall'inizio delle proteste popolari 14 mesi fa, gli osservatori Onu sono diventati protagonisti di alcuni video, girati e postati sul Web dagli studenti del campus in rivolta, in cui dei giovani manifestanti trovano rifugio dalla repressione delle forze di sicurezza in un'auto delle Nazioni Unite. Questo mentre il segretario generale dell'Onu affermava che "al Qaida" è presente in Siria e che è "dietro agli attentati di Damasco".

Il regime del presidente Bashar al Assad, scosso da oltre un anno di proteste represse nel sangue e da una conseguente ribellione armata che non ha però finora alterato l'equilibrio delle forze in campo, ha sin dall'inizio puntato il dito contro "terroristi qaedisti" per delegittimare le proteste, scoppiate nel marzo 2011.

Nei giorni scorsi il rappresentante siriano all'Onu, Ibrahim al Jaafari, aveva anticipato di essere in possesso di una lista di 26 "terroristi" stranieri. Nelle ultime ore Jaafari ha presentato sul tavolo di Ban una lista di dieci "terroristi stranieri uccisi di recente in Siria". Tra questi almeno un francese e un britannico, oltre ad algerini, tunisini, sauditi ed egiziani.

Altre fonti di stampa parlano di una lista più numerosa. Il documento di Jaafari precisa che i "terroristi sono stati uccisi mentre compivano attacchi contro l'esercito siriano", ma non si precisano le date della loro morte.

Da Tunisi è poi giunta la notizia dell'inedita iniziativa di un gruppo di estremisti islamici del partito Hizb at Tahrir, illegale nel Paese nordafricano. Una trentina di "giovani salafiti" – afferma un sito Internet tunisino – hanno chiesto al governo di Tunisi "di aiutarli a raggiungere la Siria dove vogliono andare a combattere nelle file degli insorti anti-Assad". Una circostanza quanto mai insolita: banditi dalle autorità, questi "salafiti" si sono diretti verso il palazzo del governo per chiedere ufficialmente il permesso di andare a combattere.

L'agenzia di regime, la Sana, ha riferito di un "attentato terroristico sventato a Dayr az Zor", dove la polizia ha rinvenuto un veicolo "carico di 600 kg di esplosivo". Tre "terroristi" sono invece morti mentre tentavano di piazzare un ordigno nella regione di Idlib, mentre altri, che "tentavano di infiltrarsi dal Libano, sono stati respinti".

Il centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc), che da mesi pubblica giornalmente un bilancio dettagliato delle vittime della repressione e delle violenze, riferisce le generalità e le località delle uccisioni da parte delle forze governative di 18 civili, di cui 4 donne, un bambino di otto anni e una ragazzina di 14.

I comitati di coordinamento degli attivisti locali anti-regime hanno diffuso un bilancio più grave: 22 uccisi, tra cui tre donne, due minori. Sono morti – secondo testimoni oculari e attivisti oggi nel venerdì di preghiera islamico, questa settimana dedicato agli "Eroi di Aleppo", in riferimento agli studenti arrestati e uccisi due settimane fa nel campus universitario.

E a proposito del ruolo degli osservatori Onu in Siria, il comandante dei caschi blu, il generale norvegese Robert Mood, ha oggi ribadito che la presenza degli attuali 260 osservatori non può risolvere da sola la drammatica crisi in corso ma che tutte le parti coinvolte devono impegnarsi in tal senso".

Nei filmati, accessibili su Youtube e relativi alle manifestazioni di Aleppo si vedono alcuni studenti cercare rifugio in un'auto degli osservatori Onu mentre le forze di sicurezza picchiano selvaggiamente altri manifestanti.

Un video mostra tre studenti all'interno di un mezzo Onu, guidato da un casco blu, ripresi da un quarto giovane che filma quel che accade fuori dall'auto: membri delle forze di sicurezza armati di manganelli, lacrimogeni, studenti in fuga; un poliziotto in borghese si avventa sul veicolo e intima all'osservatore Onu di abbassare il finestrino per far scendere i giovani. Che chiedono invece di esser protetti: "Andiamo andiamo! Ci arresteranno. Siamo sotto la tua protezione!", implora il ragazzo al militare Onu.