Siria, Usa spendono 250 mln per addestrare i ribelli. Ne addestrano solo 60: 4 mln a ribelle…

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Siria, dagli Usa spesi 250 mln per addestrare i ribelli. Il fallimento di Obama e Hillary Clinton

DAMASCO – Per addestrare 60 ribelli siriani “puliti”, gli Usa hanno speso nel solo 2015 in Siria qualcosa come 250 milioni di dollari, pari a 4 milioni per ribelle addestrato. In queste cifre, che sono ufficiali e vengono dal ministero della Difesa americano, è racchiuso il fallimento della politica estera di Barack Obama e Hillary Clinton. Coperti da un moralismo di maniera, obbedendo a interessi strategici inconfessabili e anche un po’ per un regolamento di conti delle strutture operative americane (Cia, Ministero degli Esteri) con un dittatore della Siria, Assad, storicamente alleato dell’Unione Sovietica di Stalin e Breznev. Ne ha costituito l’affaccio sul Mediterraneo così come continuerà a esserlo anche per la Russia di Putin.

Alla fine di una feroce guerra civile in cui sono morte 465.000 persone della popolazione, ha raso al suolo le grandi città siriane come Aleppo, ha costretto milioni di disperati civili a sfollare e, dalla Seconda Guerra Mondiale, ha contribuito a innescare la peggiore crisi di rifugiati, gli americani sono rimasti con un pugno di mosche. Un risultato lo hanno tuttavia raggiunto: mettere in crisi l’Europa con la marea di profughi.

La Russia, al contrario, alla Siria ha versato denaro, armi e truppe, aiutando Assad a rivendicare rapidamente i territori dai gruppi ribelli e infliggere loro una serie di sconfitte sul campo di battaglia. Il colpo più duro c’è stato lo scorso dicembre, quando Assad ha riconquistato Aleppo, una delle più grandi città della Siria e roccaforte dell’Isis da lungo tempo. E’ stata comunque un po’ una vittoria di Pirro, i violenti attacchi di aerei da guerra ed elicotteri russi e siriani hanno raso al suolo gran parte della città, ucciso migliaia di abitanti e costretto alla fuga, per salvare la vita, decine di migliaia di persone.

L’incapacità di rimuovere Assad dal potere, non dovrebbe essere imputata al presidente Trump. Obama ha respinto la raccomandazione del Consiglio di Guerra di armare i gruppi ribelli che lavoravano per spodestare Assad e notoriamente rifiutato di far rispettare “linea rossa” come dichiarato pubblicamente dopo che, vicino a Damasco, il dittatore siriano ha ucciso più di 1.400 cittadini con un attacco di armi chimiche. 

Gli Stati Uniti, alla fine hanno avviato un impegno costoso e inefficace, per addestrare e armare i cosiddetti ribelli “moderati” che, apparentemente, erano stati ampiamente vagliati. Fatto condannato fin dall’inizio poiché il Pentagono e la CIA stavano svolgendo programmi paralleli, con scarsa coordinazione o supervisione.

Il fatto che l’amministrazione Obama abbia speso notevolmente per un programma che ha prodotto così pochi combattenti controllati, chiarisce quanto sia difficile trovare ribelli siriani “moderati” che riescano a superare il severo processo di screening, e siano disposti a dare la priorità al combattimento contro l’Isis nella guerra civile contro il presidente siriano Bashar Assad.
Putin, nel frattempo, ha lavorato duramente ed era disposto a rischiare la vita di molti delle sue truppe, per assicurarsi che Assad rimanesse al potere. Non c’è da stupirsi se Assad si è recato in Russia da Putin per ringraziarlo pubblicamente; Putin è il motivo principale per cui Assad ha effettivamente vinto la guerra civile siriana.

Assad è andato in Russia per un giro della vittoria che mette in evidenza una triste realtà: Assad, con l’ampio aiuto di Russia e Iran, si sta avvicinando a una quasi completa sconfitta dei ribelli che una volta sembravano pronti a spodestarlo. Mettiamola anche in questi termini: ha vinto.Una foto di Assad che abbraccia Putin è diventata rapidamente virale su Twitter.

In sei anni di combattimenti feroci, l’incontro segna solo la seconda volta in cui Assad si è allontanato dalla Siria; com’era prevedibile, entrambi erano in Russia, che ha contribuito ad aiutare Assad a respingere i ribelli inviando in Siria truppe, bombardieri, elicotteri d’attacco, armi leggere e pesanti.

È facile capire il motivo: non è frequente che due dei più brutali governanti al mondo, tra cui Assad che ha utilizzato armi chimiche sul suo stesso popolo e bombardato a tappeto le sue città, posino per una foto. Ma la foto rappresenta anche qualcos’altro: è la prova tangibile di quanto gli sforzi sostenuti dagli Stati Uniti per spodestare Assad siano falliti.

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